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Violante: "Rispetto il Pd, ma garantiamo al Cav il diritto di difendersi"

Il giurista: "Se ci sono i presupposti, legittimo ricorso alla Consulta". Fioroni: "Sì ad approfondimenti sulla decadenza, il Pd non appaia prevenuto"

Violante: "Rispetto il Pd, ma garantiamo al Cav il diritto di difendersi"

Mentre sono stati depositati in Giunta elezioni e immunità del Senato la memoria difensiva di Silvio Berlusconi e sei pareri pro-veritate elaborati da autorevoli costituzionalisti, Luciano Violante torna a difendere la sua posizione sostentendo di non aver mai dato appoggio al Cavaliere, offrendogli una scappatoia per evitare la crisi di governo.

Le sue dichiarazioni, in cui sosteneva la legittimità del ricorso alla Consulta da parte di Silvio Berlusconi, hanno spaccato il Partito democratico. Per il giurista e dirigente Pd l'ex premier ha tutto il "diritto di difendersi" e "se ci fossero i presupposti" sarebbe legittimo il ricorso alla Corte costituzionale o alla Corte di giustizia del Lussemburgo: "La Giunta deciderà se ci sono i presupposti" E a Repubblica.it spiega: "Il Quirinale è interessato alla mia idea? Non so. È una mia opinione personale. Io rispetto la posizione di Epifani". E ha aggiunto: "Il segretario del partito ha detto che Berlusconi ha diritto di difendersi. E se ha diritto di difendersi gli altri hanno il dovere di ascoltare le difese e di decidere dopo aver ascoltato le difese. Certamente la posizione del partito è quella del segretario".

Si allarga all'interno del Pd il fronte aperturista nei confronti del Cavaliere. "L’Italia è uno stato di diritto, dove le leggi si rispettano e le sentenze si applicano ma proprio per evitare al Pd di apparire prevenuto, se il Pdl ha motivi seri e fondati, si approfondisca pure la questione Berlusconi", commenta l'ex ministro ministro Pd, Beppe Fioroni, in una intervista al quotidiano on line Formiche.net. "Non cerco una via di uscita, o un escamotage che evochi l’idea dell’inciucio o della trattativa sottobanco. Faccio invece - sottolinea l’esponente popolare - un ragionamento molto semplice e non sopporto coloro che, di fronte all’ordinaria saggezza, hanno la reazione di chi dice ’questo è un imbrogliò. Io ragiono con ordinaria saggezza. La decadenza non è una persecuzione, nè una volontà di ledere Berlusconi: questo è un dato certo. In Italia le leggi si rispettano, le sentenze si applicano ed è la logica conseguenza di tale convinzione. Dopo di che, proprio perchè siamo forti delle nostre ragioni, dobbiamo evitare di apparire all’esterno come coloro che assumano atteggiamenti pregiudiziali o tantomeno arroganti. Perchè il combinato disposto di un Pd che rifiuti chiarimenti e approfondimenti darebbe l’idea di un partito che, improvvisamente, è diventato arrogante o con un atteggiamento prevenuto nei confronti di Berlusconi". E aggiunge: "Se il Pdl dispone di elementi di chiarimento, seri e che non siano nè sotterfugi nè banali perdite di tempo, allora non cambierebbe molto decidere il 9 settembre o più in là. Per questo valuto le parole di Violante come un’opinione seria a sostegno dell’idea che si possano concedere approfondimenti a chi abbia dubbi, se i dubbi sono reali. D’altra parte questa è una posizione perfettamente compatibile con quella di chi ha, dalla propria parte, la certezza delle singole convinzioni".

Un parere "ineccepibile", secondo il legale di Berlusconi, Franco Coppi: "La Giunta per le elezioni può sollevare la questione di legittimità della legge Severino davanti alla Corte Costituzionale. In questo caso la Corte potrebbe impiegare dei mesi ad emettere una sentenza". L'avvocato, intervistato da Affaritaliani.it, ha escluso per il momento la grazia presidenziale rivelando che "la domanda non è stata presentata...". E ha aggiunto: "Il 9 settembre, quando si riunirà la Giunta, non sarà il giorno del giudizio".

Intanto il dibattito resta aperto nel Partito Democratico.

Stefano Fassina, viceministro all'Economia, prova a gettare acqua sul fuoco: "Chi oggi alimenta il sospetto su presunte trattative per salvare Berlusconi rimarrà deluso. Non spetta a noi salvarlo, a noi spetta applicare la legge ed è quello che faremo", sostiene in un'intervista a L'Unità, "La nostra linea sulla decadenza non cambia: la legge Severino sarà applicata".

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