Era un malato inoperabile con le tecniche chirurgiche tradizionali. Ma la sua vita è stata salvata grazie a un intervento nuovissimo messo a punto allospedale San Martino con una tecnica e un supporto teconologico allavanguardia. Un paziente di 72 anni, assolutamente non operabile attraverso la chirurgia «aperta», è stato sottoposto a un trattamento particolarmente sofisticato dal punto di vista tecnologico, per escludere un aneurisma dell'aorta addominale, che aveva coinvolto anche le arterie renali.
L'intervento è stato effettuato per via endoscopica, infatti, pur nella sua complessità, ha consentito di ridurre al minimo i rischi per il paziente. Rischi che, invece, sarebbero stati praticamente insuperabili con un intervento chirurgico tradizionale che avrebbe previsto lapertura del torace impossibile su un paziente in gravi condizioni generali.
Alluomo è stata applicata una particolare endoprotesi, prodotta da un'azienda multinazionale di Sidney in Australia, specializzata nella preparazione di «devices» endovascolari, vale a dire di sistemi tecnologicamente avanzati, particolarmente indicati per superare le oggettive difficoltà anatomiche.
L'intervento, durato circa tre ore, è stato eseguito in una della sale operatorie dellUnità operativa di Radiologia Interventistica, diretta dal professor Carlo Ferro, con la collaborazione tra le équipe dell'Unità operativa di Chirurgia Vascolare, diretta dal professor Domenico Palombo, e dell'Unità operativa di Anestesia e Rianimazione, diretta dal professor Pasquale De Bellis.
«L'alta tecnologia di cui è dotato il San Martino - conferma il professor Carlo Ferro - ha permesso la corretta progettazione e il successivo inserimento dell'endoprotesi, attraverso le arterie femorali, quindi senza la necessità dell'apertura dell'addome del paziente. Nessun altro intervento sarebbe stato possibile viste le sue condizioni generali».
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