Interviste pilotate e falsi scoop. Così Corona manipolava la stampa

Il fotografo sapeva che la magistratura indagava su di lui e cercava di ribaltare la situazione

Interviste pilotate e falsi scoop. Così Corona manipolava la stampa

Potenza - Una campagna stampa «pilotata» attraverso giornalisti foraggiati per anni con scoop fotogiornalistici. Una strategia mediatica per limitare i danni, rifarsi un'immagine, evitare - soprattutto - di finire in galera. A proposito di questa tattica diabolica studiata da Fabrizio Corona, la procura di Potenza annota come questa sia stata attivata «pilotando, in modo deviato e distorto, tutti gli organismi di informazione televisivi e di stampa, e ciò al fine di scongiurare la temuta applicazione di misure cautelari personali, di cui, peraltro, lo stesso Corona parla pubblicamente ed apertamente» al telefono. Secondo il gip Iannuzzi, dunque, gli indagati danno vita da subito a una sorta di tam-tam incontrollato, non solo rilasciando interviste in ogni dove e perfino scrivendo libri, ma anche e soprattutto passando ai media, sotto banco, una serie di notizie spesso imprecise e fasulle creando una situazione di pubblicità e di "discovery" del tutto apparente ed irreale. Prim'ancora di apprendere dal calciatore Gilardino dell'esistenza dell'inchiesta, Corona si accorda con alcuni giornalisti, per rispondere con una "grossa smentita" a mezzo stampa circa il tentato ricatto avanzato al calciatore dell'Inter, Adriano.
Intercettazione di Corona (C) che parla con Fabrizio (F).
F: «Eh... qua oh... mi stanno dicendo tutti se ho sentito il telegiornale».
C: «Cioè?».
F: «Eh... C'è un fotografo che ha incastrato Adriano con foto compromettenti...».
C: «Ma chi lo sta dicendo?».
F: «Migliaia di euro (...)».
C: «Domani faremo una grossa smentita la...».
F: «Facciamola! A sto punto...».
C: «No, ti far fare una roba pazzesca, abbiamo fatto un servizio strepitoso».
F: «No, mi fai fare a me una roba pazzesca cosa?».
C: «Poi ti dico».
F: «No io non faccio un c... non ci vado in televisione...».
Corona parla con un certo Andrea.
A: «Eh... ho letto la Gazzetta ah ah (ride) c'è scritto... niente c'è un articolo abbastanza grossino c'è scritto tentata estorsione ad Adriano chiesti 150.000 euro eh... e poi c'è tutta la pappardella che dice le foto poi uscite su un sito brasiliano ora sono di dominio pubblico (...)».
C: «E il Corriere?».
A: «Il Corriere... non.. l'ho visto ancora».
C: «Io ho già parlato con Serra (...). Adesso ha detto che richiamava tra dieci minuti perchè lui m'ha detto vediamo di girarlo a nostro favore... vedi che c'ho... adesso c'ho un'idea bomba».
A: «Mhm... va be...».
C: «Faccio io l'intervista su Eva tremila racconto la verità con tutte le foto».
A: «Ah sì?»
C: «Capito? Quando sei là chiamami!».
A dicembre scoppia lo scandalo. Corona si attiva, fornisce notizie fuorivianti (su Totti e Coco) e si arrabbia anche quando qualche cronista - come capitato con Libero - gli virgoletta alcune frasi esponendolo a possibili querele. Ma il clou - annota la procura - Fabrizio Corona (con Lele Mora) lo raggiunge al Maurizio Costanzo Show dell'11.1.2007.
Scrive il gip. «Risulta ben evidente come il Corona - consapevole della illiceità delle sue condotte e ben consigliato - abbia tentato malamente di difendersi, provando a rappresentare la propria condotta come moralmente discutibile, che, tuttavia, non presenta connotazioni penalmente rilevanti; nel tentativo di far passare tale prospettazione il Corona ha alterato la verità dei fatti, rappresentando alcune circostanze false e assolutamente contrastanti con le risultaze probatorie acquisite e ampiamente descritte nella prima parte dell'ordinanza. In particolare il Corona prende le distanze dai fotografi, sottolineando che la sua attività non ha nulla a che vedere con quella dei paparazzi, e accreditandosi come un mero agente fotografico, al quale i fotografi in modo del tutto autonomo ed indipendente portano le foto: dunque, a suo dire, il Corona non sarebbe un committente di foto, e quindi non commissionerebbe alcun servizio fotografico. Ancora, lo stesso ha tenuto a sottolineare come siano sempre i personaggi fotografati che si rivolgono a lui e non viceversa».

Poi sempre Corona ha tentato di far credere «che la cessione ai diretti interessati delle foto compromettenti sarebbe stata per lui, dal punto di vista commerciale, un'operazione a perdere, dal momento che i giornali avrebbero pagato le stesse foto di più». Dall'inchiesta, taglia corto il gip, emerge l'esatto contrario.

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