La situazione dei Paesi dellEst continua a minacciare le banche italiane e Unicredit è più fragile di Intesa Sanpaolo, parola di Fitch. Ieri lagenzia di rating ha tagliato il giudizio sul debito a lungo termine del gruppo guidato da Alessandro Profumo portandolo ad «A» da «A+» e poi ha ridotto la valutazione individuale dellistituto a «C» da «B/C». Situazione diversa invece per Intesa Sanpaolo su cui Fitch ha confermato il rating «AA-» con prospettive stabili.
Laggiornamento è il frutto di unanalisi sullesposizione in Est Europa e nei Paesi del Commonwealth ex-sovietico, delle principali banche europee. Per Fitch nonostante la forte ripresa dei mercati, la mina dei Paesi dellEst è tuttaltro che disinnescata. Nel 2008 i Paesi emergenti della Ue hanno visto il Pil medio cadere del 4% e secondo lagenzia il 2009 non sarà molto meglio, con il Pil stimato in calo del 3,1%; per una timida ripresa bisognerà attendere sino al 2010. «Ma la situazione è diversa tra Paese e Paese», si legge nel report; per questo gli analisti sono andati a ricostruire lesposizione delle singole banche evidenziando rischi differenti.
«Lesposizione di Intesa Sanpaolo pari al 7,1% degli impieghi totali a fine 2008 e al 7% dellutile netto del gruppo - spiega Fitch è relativamente moderata e diversificata. È inoltre modesta lesposizione ai Paesi della regione considerati a maggior rischio». Lagenzia si aspetta un peggioramento della qualità degli attivi del gruppo nellarea che «dovrebbe comunque essere gestibile», si legge nel report.
Diversa, invece, la situazione dellistituto guidato da Profumo che nellarea ha unesposizione per circa 96 miliardi di euro su 620 miliardi di impieghi totali. La presenza maggiore è in Polonia con 40 miliardi di attivi. Solo due giorni fa Varsavia ha chiesto un aiuto da 20,5 miliardi al Fondo Monetario Internazionale per affrontare la crisi economica. Dopo la Polonia i maggiori Paesi dove è presente Unicredit sono Turchia (14 miliardi), Russia (15 miliardi), Repubblica Ceca (10 miliardi), Croazia (10 miliardi), i restanti 7 miliardi sono diversificati in più Paesi. In totale - scrive Fitch - a fine 2008 il 16% degli Rwa (le attività pesate per il rischio ndr) è riconducibile ad attività in Est Europa e nei Paesi dellex area sovietica. Nonostante questo, da uno stress test condotto dagli analisti dellagenzia emerge che anche nel peggiore degli scenari ipotizzabile che comporterebbe importanti svalutazioni per il gruppo, la solidità patrimoniale di Unicredit resterebbe sopra i livelli di guardia.
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