da Milano
Le cinque fondazioni bancarie, che già controllano il 20,1% di Intesa Sanpaolo, appaiono in movimento sullazionariato del nuovo gruppo, con lobiettivo di raccogliere ancora 2-3 punti percentuali del capitale prima di sottoscrivere un patto di consultazione. Ieri si è appreso che la fondazione Cariparo intende salire dal 3,6% attuale al 4,5-4,7% con un investimento massimo di 800 milioni. La decisione del consiglio generale dell'ente risale a fine novembre.
Si è anche appreso che il passaggio alla fondazione Cariplo di metà della quota posseduta da Cariparma in Intesa Sanpaolo (l'1,1% del 2,2% complessivamente in mano all'ente parmigiano), avverrà solo dopo il pagamento dei dividendi della banca relativi all'esercizio 2006. Oggi le due fondazioni starebbero ancora trattando per definire le modalità di pagamento e di passaggio della quota, ma l'ente emiliano intende comunque riscuotere le cedole per l'ultimo esercizio prima della cessione: ha già fatto sapere che utilizzerà i proventi della vendita di parte della propria quota per l'acquisto del 15% della nuova Cassa di risparmio di Parma e Piacenza, che sarà controllata all'85% dal Credit Agricole.
Tornando a Cariparo, la fondazione padovana era azionista Sanpaolo Imi con il 7% circa, e per effetto della fusione alla pari ha visto la sua quota diluirsi al 3,59%. Nelle scorse settimane ha già acquistato azioni Intesa sul mercato: «Siamo al 4% circa» conferma il segretario generale dell'ente, Roberto Saro, e spiega che la decisione punta a «calibrare il nostro peso» nell'azionariato del nuovo gruppo bancario.
Frattanto, si fanno più lunghi i tempi delle trattative tra i soci per la stesura del patto di consultazione, patto che prevederebbe anche un sistema di diritti di prelazione incrociati tra le fondazioni. Questa settimana non sarebbero previsti incontri tra i vertici di cinque enti azionisti di Intesa-SanPaolo (Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariplo, Fondazione Carisbo e Fondazione Cariparo, più la Fondazione Cariparma), che invece sarebbero stati programmati per la prossima settimana, a Milano, in modo di chiudere la questione in tempi relativamente brevi.
Rispunta, infine, il progetto di far entrare le fondazioni direttamente nel capitale di Eurizon, in modo che con il collocamento in Borsa della società Intesa Sanpaolo possa deconsolidare la partecipazione e allentare di conseguenza i legami con le Generali, che costituiscono uno dei nodi sollevati dallautorità Antitrust sulla fusione Intesa-Sanpaolo.
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