«Una scelta decisiva, fra due concezioni diametralmente opposte della politica, della giustizia sociale e dello sviluppo del Paese. Le elezioni ci pongono di fronte a un bivio di questo tipo. Non possiamo sottrarci al dovere morale di partecipare, anche in prima persona».
È per questo che lei, Renata Oliveri, ha accettato la candidatura nelle liste di Forza Italia al Senato?
«Ho unalta considerazione di cosa si intende per spirito di servizio, per quanto riguarda gli altri, ma anche per quanto riguarda me stessa. La proposta che mi è stata fatta di essere inserita nella lista azzurra per Palazzo Madama lho interpretata come un onore e un impegno».
Impegno onorato con una campagna elettorale intensa, nonostante lei non abbia lelezione garantita...
«Troppo comodo partecipare solo se si è sicuri di vincere. Nel mio caso, sono consapevole di non avere molte probabilità di essere eletta. Ma il significato della candidatura sta proprio qui». Lex assessore regionale della giunta Biasotti, già stretta collaboratrice di Rinaldo Magnani, ha risposto «sì» allappello del partito di cui riconosce la coerenza dei programmi e delle persone, ma ci tiene anche a sottolineare la condivisione con i più generali obiettivi della coalizione. «Ho un grande rispetto per lo schieramento di centrodestra, per la Casa delle libertà. Se ho aderito a Forza Italia è perché mi sento più vicina a questo grande partito popolare, che interpreta in maniera autentica i valori delle componenti liberale, socialista, cattolica. In questo senso, non rinnego affatto il mio passato nelle file socialiste».
Lei, Renata Oliveri, insiste molto sullimportanza dei valori, sulla solidarietà.
«I valori sono essenziali. La famiglia, la giustizia, lavvenire dei giovani, anche lequa redistribuzione del reddito che è tuttaltra cosa dal giustizialismo fiscale della sinistra: ecco cosa intendo per valori. E li ritrovo tutti nei programmi di Forza Italia e della Casa delle libertà».
Prodi e lUnione ne hanno parlato molto in campagna elettorale.
«Hanno fatto speculazione pura, basata su una scandalosa disinformazione, in particolare a proposito di giovani, legge Biagi e flessibilità. Credo di poterlo dire per la mia esperienza in materia economica e finanziaria: non è pensabile che non ci siano meccanismi di miglioramento fra domanda e offerta di lavoro. Ma non scherziamo sulloccupazione e sul futuro dei giovani».
La ricetta per la Liguria?
«Infrastrutture, ricerca e innovazione, sviluppo in campo energetico. Il governo, il ministro Scajola hanno già preso decisioni importanti. E poi, possiamo contare su un patrimonio di strutture bancarie valide, legate al territorio, che possono dare un contributo decisivo allo sviluppo».
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