Reggio CalabriaOre 8.20, sono appena atterrato a Fiumicino da Linate, volo AZ2015 delle sette, imbarco alle 6.35 e check-in alle 5.30. Sono in piedi dalle 4 ma chi ci bada, sono in ferie. La coincidenza per Reggio Calabria mi aspetta al gate A16. Mi guardo intorno e scopro le solite facce note dei miei rientri natalizi. Amici che non vedevo da anni, con insospettabile seguito di prole, gente che conosco di vista, umanità varia. Il bar poco lontano è occasione di scambio di auguri e biglietti da visita davanti a un caffè. Il terzo del giorno, alla fine saranno undici. Manca poco allimbarco, ma dietro il sorriso delle due hostess di terra scorgiamo un filo di preoccupazione. Primo annuncio. «A causa di problemi tecnici, la partenza del volo AZ1155 avverrà con 20 minuti di ritardo». Storia vecchia, è già successo. Il tempo passa e non si può nemmeno fumare. Il bus che doveva portarci a bordo se ne va, arriva la polizia, si teme il peggio. «Cè unagitazione sindacale non prevista. I bagagli non sono stati caricati. Senza bagagli il pilota non parte».
La tensione aumenta. Alle 9.30 qualcuno comincia a inveire anche contro i due agenti. Minacce, rabbia, musi lunghi. Il sospetto della cancellazione aleggia nellaria. Alle 9.50 si apre uno spiraglio. «Se qualcuno vuole può partire senza bagaglio». I fischi sommergono qualche timido sì. La situazione precipita. Chiamo il numero verde Alitalia 06/2222, una gentile signorina mi assicura che il volo non verrà cancellato: «La partenza è prevista alle 10.20». Raffaella dellagenzia di viaggi è netta: «Stai tranquillo. Non possono cancellarlo». E invece no. «Il volo è cancellato», sibila la bionda hostess. Ore 10.22. Urla, spintoni, qualche imprecazione. Che si fa? «Andate alla biglietteria, loro sapranno cosa dirvi». Il mio vecchio, nuovo amico mi strizza locchio. «Io resto a Roma, ma vieni con me, ti porto a prendere unauto in affitto». Qualcuno ci segue. «Io prendo lEurostar, ce nè uno alle 13.45 e uno alle 17. Nella peggiore delle ipotesi alle 22 sono a casa», dice Antonio. Sono tentato di seguirlo, chiamo l892021, carta di credito alla mano. Non cè più posto. Non la faranno salire», dice il call center. «Voglio proprio vedere. Buona fortuna», risponde Antonio.
Illuso. Il suo treno delle 17 arriverà dopo luna di notte per una presunta frana sulla tratta Vibo-Rosarno, dopo 8 ore in piedi, una moglie furiosa e una bambina che passerà il suo viaggio febbricitante a vomitare. Ma questa è unaltra storia. Arrivo al piano delle auto in affitto, altra fila. «Non ci sono più macchine, mi spiace». «Io ho ancora un posto sulla Panda», dice Corrado, docente universitario con amico ingegnere al seguito. Accetto, sono le 11.20. Mi accendo la seconda sigaretta del giorno e partiamo.
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