«Io, segretaria di Scajola, infangata dal Pd»

La bomba bis su Scajola, senza troppe cautele, la lancia alle agenzie di stampa Esterino Montino, capogruppo Pd alla Regione Lazio, già braccio destro e fedelissimo di Piero Marrazzo: «Voci insistenti raccontano che nell’inchiesta sulla vicenda che ha portato alle dimissioni il ministro Claudio Scajola sia coinvolta anche il neo assessore della giunta regionale del Lazio, Fabiana Santini, per anni segretaria particolare del ministro. Spero vivamente e mi auguro che non sia vero. Credo però sia necessario che la presidente Renata Polverini faccia le opportune verifiche e diradi ogni dubbio. Se le voci sono infondate, difenda il suo assessore pubblicamente, se invece il problema esiste, ritengo sia utile che valuti l’opportunità di chiedere alla Santini dimissioni spontanee».
Anche la segretaria di Scajola coinvolta nell’affaire-case? L’indiscrezione manda in tilt la politica romana. Scambi d’accuse, comunicati infuocati. Il sospetto resiste fino a tarda sera. L’interessata, neo assessore allo sport e alle politiche giovanili, non risponde al cellulare. A nessuno. Alla fine, alle 22, è lei che richiama il Giornale. «Sono Fabiana Santini, mi dica».
No, ci dica lei. Il consigliere Montino ha detto che...
«Ha detto cose che non stanno né in cielo né in terra».
In che senso?
«Sono cose della mia privata, non devo dare spiegazioni a nessuno, non permetto a chicchessia di intromettersi, tantomeno a Montino».
Veramente ha detto che lei sarebbe coinvolta nell’inchiesta che ha portato il «suo» ministro alle dimissioni...
«Insisto. Non so niente di quel che dice Montino, è impossibile che io possa essere coinvolta».
Anche Scajola aveva detto che non ne sapeva niente...
«Io non so niente, niente, niente. Ma come ve lo devo dire? Montino lancia accuse strampalate, vaghe, prive del benché minimo riscontro. Parla per parlare. È impossibile che possa esserci qualcosa su di me. Chiunque dovesse mettere in dubbio la mia onorabilità e in cattiva luce la mia persona, ne risponderà. Sto vivendo ore da incubo. Costretta a dare spiegazioni a tutti quando non c’è niente da spiegare. È surreale».
E allora perché Montino se ne esce così?
«Boh. Quelle dichiarazioni mi hanno lasciato senza parole. La prima cosa che ho fatto è chiamare Renata (Polverini, ndr). Le ho detto: “Mi devi credere sulla parola, non c’entro niente, non ti farei correre alcun rischio se avessi in qualche modo un interesse in quella vicenda. Stai tranquilla, fidati di me».
Nell’inchiesta su Balducci, Bertolaso e Scajola parecchie segretarie, più o meno direttamente, sono finite tra le carte dell’indagine...
«E io no. Non vale per me. Purtroppo, devo confessarlo, sono anche inesperta. È solo una settimana che faccio questo mestiere e quindi mi trovo in difficoltà a gestire, nel giro di due ore, tutto questo. Mi sono calmata solo quando ho parlato con la presidente, con Pallone (coordinatore regionale vicario del Pdl, ndr). Ora capisco che mi devo abituare presto a questo sistema, a queste provocazioni».
Ci perdoni, assessore. Ma lei ha mai avuto rapporti con Anemone, con l’autista tunisino, con Zampolini, col notaio Napoleone, insomma con qualcuno dei protagonisti dell’inchiesta sul G8?
«No, assolutamente. E comunque io sono stata 13 anni a fianco del ministro Scajola, l’ho seguito ovunque, non è un giorno o una settimana. Sono stato il capo della sua segreteria».
E di case, lei non ne ha acquistate, ristrutturate, affittate per il tramite di uno di questi personaggi?
«Ma nooo! Andate al catasto e controllate. Ho fatto un contratto regolare. E sa una cosa?».
Quale?
«Queste sono giornate vissute con una grandissima amarezza dentro, e oltre tutto dopo la storia del ministro mi ritrovo io, qui, a quest’ora, a parlare di cose che non esistono».
Montino è politico di lungo corso, mica può essere impazzito. Pensa di querelarlo?
«Non ci penso proprio. È tempo perso. Evidentemente oggi non aveva altro da fare che raccattare falsità e distribuirle in giro. Non è nel mio stile querelare. Dice bene Pallone: quelle di Montino sono chiacchiera da bar. Mi affido ai vertici e spero di poter fare serenamente il mio lavoro».


E se domani, dalle carte dell’inchiesta, dovesse uscire una mezza cosa che la riguarda, che fa?
«Non esce niente, glielo garantisco».
Un ultima cosa. Si è mai interessata alla casa di Scajola?
«Macché, mai».

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