Eleonora Barbieri
Una volta girava dietro le quinte delle sfilate, smerciando biglietti da visita alle ragazze: «Volete fare un provino per una trasmissione?». Gianna Tani quel biglietto lo conserva ancora, in un cassetto della sua scrivania al primo piano di un ufficio a Cologno Monzese, quello della «Direzione casting» di Mediaset: «Ho iniziato per Mama non mama su Rete 4, Paolo Limiti mi chiama e mi chiede: Mi fai il casting per il programma?». Così comincia, nel 1983, lavventura della «Signora» del casting televisivo italiano che, da allora, ha visto e schedato quasi tutti, volti rimasti sconosciuti, altri diventati ormai «divi», famosi o dimenticati: tutti passati davanti ai suoi occhi e archiviati, prima su carta, poi sul computer ma, innanzitutto, nella sua memoria portentosa. Il suo archivio elettronico è una «macchina» a cui non sfugge nulla: ballerini, contorsionisti, veline, letterine, cantanti, attori, per un totale di 170mila curriculum.
Comè nato il suo mastodontico archivio?
«La trasmissione sarebbe dovuta durare tre mesi: è proseguita per un anno e, quello successivo, era di nuovo in palinsesto. Così mi hanno detto: Ricicla i concorrenti che non hai utilizzato. È in quellanno che ho fatto i provini a Giorgio Mastrota e alla bellissima Francesca Dellera, così ho iniziato a metter via qualche nome, piano piano».
Poi ha incontrato Berlusconi.
«Nellaprile dell84 mi dice: Mi piacciono le persone che sceglie, perché non viene a Canale 5?. Non ci siamo accordati, poi, durante le vacanze, scopro che Rete 4 è stata venduta. Sei mesi dopo il nostro primo incontro, lo incrocio di nuovo: Ha visto? - scherza -. Ho dovuto comprare lazienda per avere lei. In effetti, mi è costata cara. È successo in tempi brevissimi, non volevo neppure occuparmi di casting: sono ancora qui».
Niente più bigliettini in giro. Quanti curriculum riceve al giorno?
«Duecento o trecento, molti altri attraverso il sito, castingmediaset.it. In un mese di lavoro normale vedo 500-600 persone. Ma quando ci sono le veline arrivo a 6-7mila. Ora mi sto occupando dei concorrenti per Cultura moderna di Mammucari, vedo una cinquantina di persone al giorno. Orario continuato, dalle 10 alle 19, perché dedico a ciascuno almeno 5-10 minuti».
Come funziona il provino?
«Faccio sempre unintervista, che dura almeno un minuto, ma può arrivare anche a sei. E poi cè lesibizione: io guardo nel monitor, per osservarli in video. È fondamentale instaurare un certo rapporto con la persona che hai di fronte, per tirar fuori ciò che ha. Il trucco me lha svelato un casellante, tanti anni fa. Gli dissi: Chissà come si annoia, in autostrada tutto il giorno. E lui: Per niente. Sa, io scommetto con me stesso: questo automobilista mi chiederà la ricevuta, questa signora ha voglia di chiacchierare. È una sfida, la voglia di scoprire ciò che una persona ha da darti, dal primo allultimo provino».
Come scopre oggi i suoi talenti?
«Lavoro sempre: in aereo, al ristorante, al supermercato. Dietro le quinte cè sempre qualche sorpresa. Rossella Brescia era una ballerina in uno spettacolo di Stefania Orlando: ho chiesto il permesso di farle un provino e non ha più lasciato Mediaset».
Le vallette dItalia hanno cominciato con lei, poi ognuna ha percorso la sua strada...
«Alcune si sentono subito dive. Altre scelgono una strada diversa: Caterina Murino, la nuova Bond girl, voleva fare lattrice e ci è riuscita. O Adriana Fossa, bellissima, aveva iniziato a TeleMike, poi ha conosciuto Maldini e ha lasciato tutto. Francesca Neri lho conosciuta ventanni fa, al tempo dei provini per il Gioco delle coppie. E Accorsi, la Arcuri, Michelle Hunziker: me lha presentata Predolin quando aveva ancora 17 anni. Emanuela Folliero è entrata ventanni fa a Rete 4 e non se nè più andata. La prima volta che ho visto Papi lho bocciato: portava un pezzo di cabaret talmente obsoleto... Me lo rinfaccia ancora».
La sua ultima scoperta?
«Juliana Moreira, la brasiliana di Cultura moderna. E Vanessa Hessler: lho incontrata a Piazza di Spagna, aveva 15 anni. Le ho detto di studiare dizione. Lho rivista questanno, appena diventata maggiorenne e mi ha detto: Nel film (Natale a Miami) mi hanno doppiata».
Che cosa è cambiato rispetto a ventanni fa?
«Molti fanno il casting con le agenzie, io chiamo ancora tutti, uno per uno. E oggi le ragazze si fidano facilmente. Io non dò mai il mio numero di cellulare, i provini non li faccio a cena, ma solo in ufficio. Sa quanta gente si spaccia per un mio collaboratore? Chiariamoci: i provini li faccio io, soltanto io, con il mio staff. E cè chi si monta la testa in fretta. Una volta la valletta era muta, oggi molte cominciano dicendo: Voglio condurre il Festivalbar».
La sua «macchina», però, si è perfezionata.
«La tecnologia aiuta, ovviamente. Quando ho fatto il provino a Simona Ventura, dietro la telecamera a girare cero io. Ma il sistema funziona così bene perché ho conservato tutto, ogni cassetta registrata dall83 a oggi: posso reperire qualunque cosa nel giro di cinque minuti».
Ha avuto anche dei maestri deccezione...
«Ho lavorato con Walter Chiari in tv e prima, fino ai 30 anni, alla Galleria Cortina, in piazza Cavour. Ogni sera, per laperitivo, cerano Dino Buzzati, Ruggero Orlando, Maria Pia Fanfani e Indro Montanelli, che aveva appena fondato il Giornale e al pomeriggio si metteva a lavorare alla mia scrivania.
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