Giorgia, più che una rinascita ormai è una seconda vita.
"Sono come Terminator che lo sbriciolano e lui si riforma". (sorride - ndr)
In effetti.
"Sto tornando alle sensazioni delle prime volte, ossia al gusto di cantare per cantare".
Conduce X Factor, il suo brano La cura per me è il vincitore morale dell'ultimo Festival e il suo ultimo tour è stato un elenco di esauriti.
"Non me lo aspettavo, e pensare che io a 26 anni volevo già smettere".
Oggi che ne ha il doppio, Giorgia Todrani da Roma, è diventata il propellente di un ritorno al futuro della canzone italiana che riscopre sempre più il talento nell'interpretazione e nella scrittura. "Mi ricarico, sono in bilico" canta lei in Carillon uno dei brani più vincenti del nuovo disco G, in uscita venerdì 7 novembre e questo verso potrebbe essere la recensione di tutte le canzoni, che ricaricano la grande tradizione soul e restano in bilico tra virtuosismi vocali e attualità degli arrangiamenti. Ad esempio Paradossale, una ballad potente per dire forte che "di dimenticare non ne voglio sapere". Oppure Tra le lune e le dune che torna vagamente al tempo de Il mio giorno migliore ma ci aggiunge uno spirito Daft Punk e un testo che tra le lune e le dune ci mette un'ispirazione bella e commuovente. Infine Sabbie mobili "che mi fa pensare a Dimmi dove sei di Pino Daniele" e sfoggia un equilibrio metrico che lo domini solo se sei una fuoriclasse. Per capire la nuova (si fa per dire) Giorgia basta ascoltare di seguito la prima e l'ultima canzone dell'album che è poi la stessa, La cura per me, cantata prima tutta da sola e poi con Blanco e la sua voce strappata. Sono i due confini del disco. Purezza dell'interpretazione. E attualità della struttura musicale: "Avevo pensato a Blanco per duettare a Sanremo, ma lui non poteva, aveva altri progetti in corso, così è venuta Annalisa ed è andata comunque benissimo". E bene stanno andando anche le prevendite del tour che parte il 6 dicembre da Casalecchio di Reno e riprenderà poi a marzo con un totale di 4 Forum di Assago in calendario. Dati alla mano, potrebbe riempire anche uno stadio, magari San Siro o l'Olimpico, ma non sembra questo il momento perché, nella "cura per me" di questa nuova Giorgia ci sono altri obiettivi e non sono necessariamente numerici.
(Anche) nella musica tutto è molto più frenetico.
"Trovo giusto che le cose cambino ma trovo anche corretto che chi ha vissuto ciò che c'era prima possa dire che era meglio. Tutto, anche l'informazione, vive per pillole brevi e superficiali. Per capire tutto bisogna per forza saltare da una parte all'altra, c'è uno spillolamento incredibile".
Risultato?
"Questo accorcia la vita dei progetti, anche musicali. Un tempo si facevano riunioni chilometriche da dove uscivano idee del tipo che dici, chiamiamo Nanni Moretti? e cose così che oggi sono impensabili. Ora tutto ruota intorno allo smartphone, ma le cose che devono arrivare, alla fine arrivano sempre. Ci sono cicli, ma tutto torna, la vita è rotonda".
Mai pensato di fare l'attrice?
"Sì, per La guardiana del faro di Tinto Brass, ma ho preferito rinunciare. Ho invece fatto il provino per lo sceneggiato La piovra ma non andò benissimo".
Ha paura di cadere nel "giovanilismo"?
"È una delle mie attenzioni più grandi, evitare questo pericolo".
Anche perché i social non perdonerebbero.
"Ogni tanto penso alla mia fase sexy, chissà che cosa avrebbero scritto (sorride - ndr). L'altro giorno per strada c'erano delle ragazzine che si menavano e ho pensato che non capiscono che la solidarietà tra noi è una forza da non perdere".
La notizia di questi giorni è che due attiviste femministe e una giornalista (Carlotta Vagnoli, Valeria Fonte e Benedetta Sabene) sono accusate di stalking e diffamazione per molestia e denigrazione sui social.
"Non so quand'è che mi sono distratta e il femminismo ha preso un'altra piega.
Non trovo niente di femminista nell'insultare le persone o augurare la morte a qualcuno. Ho sempre definito mia madre una femminista gentile, perché mi dava i libri, mi spiegava, mi parlava. È stato un esempio insieme alle sue sorelle".