Pagare il prezzo del sangue ai parenti delle vittime e salvare così la vita di quattro giovani iraniani condannati a morte per reati commessi quando erano ancora minorenni. Per farlo l'avvocato iraniano Mohammad Mostafaie, da sempre in prima linea nella lotta contro la pena di morte nel suo Paese, ha lanciato un'iniziativa dalla pagine del suo sito web allo scopo di raccogliere 200mila dollari (circa 200 milioni di toman). Una cifra che, secondo l'avvocato, basterebbe a risarcire le famiglie delle vittime e salvare quattro ragazzi iraniani, in procinto di essere impiccati. Secondo la legge islamica, infatti, i parenti delle vittime possono risparmiare la vita dell'omicida, accettando in cambio una ricompensa in denaro. Oppure possono chiederne l'impiccagione come nel recente caso di Behnoud Shojaie, il giovane impiccato per un omicidio commesso quando aveva 17 anni, la cui sentenza è stata addirittura eseguita dai genitori della vittima, che si chiamava Ehsan Nasrollahi.
«Proprio ora alcuni dei miei clienti che hanno commesso un crimine quando avevano meno di 18 anni sono in attesa di essere impiccati», ha scritto Mostafaie sul suo sito web. «Se si raccolgono 200mila dollari - ha aggiunto - si possono salvare le vite di tre o quattro di loro».
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