Si chiama Makrameh, ha 43 anni e un bambino concepito al di fuori del matrimonio. Oggi doveva venire lapidata nella piazzetta del cimitero di Takestan, a un centinaio di chilometri da Teheran, ma allultimo momento lesecuzione è stata sospesa. La sua colpa è quella di aver perso la testa per Habib, di dieci anni più giovane, facendo lamore con lui. Pure Habib doveva essere lapidato, perché secondo la sharià, la dura legge islamica, gli adulteri vanno uccisi lentamente, a colpi di pietra. La norma è ripresa dallarticolo 83 del codice penale iraniano e le fosse per i due adulteri erano già state scavate.
La doppia lapidazione è stata bloccata in extremis, grazie alla direttiva del capo dellapparato giudiziario nazionale, layatollah Mahmud Hashemi Shahrudi, che nel 2002 sospese le esecuzioni di queste sentenze. Il supplizio, però, non è stato abrogato e verdetti del genere possono continuare a essere emessi.
In questo caso il reato risale a 11 anni fa, quando Makrameh Ebrahimi ha avuto un bambino frutto delladulterio. Sembra che gli adulteri siano stati incarcerati da quel momento. La colpa può essere accertata sulla base di testimonianze oculari, di una confessione dellimputato o di unattestazione da parte di un giudice. Secondo Amnesty international, che ha chiesto allIran di sospendere lesecuzione, la condanna è stata emessa sulla base di una testimonianza del giudice della prima sezione del tribunale penale di Takestan, secondo il quale la coppia ha concepito un bambino. Oggi, avrebbe dovuto essere lo stesso magistrato a scagliare la prima pietra, dando il via alla pubblica esecuzione. Laspetto più inquietante è che lautorità giudiziaria della provincia di Ghazvin, dove avrebbe dovuto essere eseguita la condanna a morte, aveva già invitato la cittadinanza a partecipare alla lapidazione.
Amnesty si è appellata allayatollah Shahrudi, la suprema autorità giudiziaria della Repubblica islamica, per bloccare la lapidazione e commutare le due condanne a morte.
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