Con lammissione delle prove e dei testimoni ha avuto formalmente inizio ieri mattina il processo a Friedrick Vernarelli, il 32enne romano accusato di essere il pirata della strada che nello scorso marzo investì e uccise due turiste irlandesi che stavano attraversando la strada su un tratto del Lungotevere nei pressi di Castel SantAngelo.
Davanti al giudice monocratico Anna Maria Pazienza, Vernarelli, che è difeso dallavvocato Giovanni Marcellitti, deve rispondere di duplice omicidio colposo, omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza.
Il prossimo 19 dicembre, sfileranno invece davanti al giudice i primi testimoni del pubblico ministero, Andrea Mosca, nonchè la dottoressa Maria Rosaria Aromatario, medico legale che fece lautopsia del corpo di Elizabeth Anne Gubbins e Mary Clare Collins, rispettivamente di 27 e 28 anni, le due turiste travolte nei pressi di Castel SantAngelo.
Tra i testi che compariranno in aula anche i due giovani ungheresi che sarebbero stati in compagnia di Vernarelli la sera dellincidente e lamericano Manuel Ruiz, che in una dichiarazione giurata allautorità giudiziaria di Los Angeles disse che non era Friedrick Vernarelli alla guida dellauto pirata.
Da parte sua Vernarelli continua a dichiararsi tranquillo, fiducioso nella giustizia e del tutto innocente, nonostante la sua folle fuga in auto dopo lincidente mortale. «Sono contento che il processo sia finalmente iniziato - ha commentato -. In questi mesi ho più volte pensato che la giustizia è un punto di vista, ma spero comunque che possa emergere la verità. Poi, quando le cose saranno finalmente chiarite, dirò io alcune cose». «Però sulla notte dellincidente ho questo ricordo nitido - ha continuato -.Alle 5,30 un vigile mi prese la patente e un altro mi disse hai ucciso due ragazze. Laltro ricordo è allinterno del pub: mi avvicinavo verso luscita con i due ungheresi. Uno dei due potrebbe essere stato alla guida dellauto. Presumo chi, ma Ruiz verrà a dircelo».
E alla domanda dei giornalisti se avesse sentito i famigliari delle vittime (che al processo si sono costituiti parte civile), Vernarelli ha detto di non averli sentiti «lunico contatto - ha concluso - è stato il telegramma che ho inviato allambasciata irlandese il giorno dopo lincidente».
Per il resto ha confermato che nel frattempo «ha ripreso a lavorare anche se solamente per tre ore al giorno».
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