Marianna Bartoccelli
da Roma
Le parole di Fassino, che ha confermato attraverso il giornale di quartiere Parioli pocket che «rifarebbe» la telefonata a Giovanni Consorte, non stupiscono Sandro Bondi. Quella telefonata, nella quale il leader diessino chiedeva notizie sulla scalata Unipol a Bnl, venne pubblicata sul Giornale a fine 2005 e ripresa dalla stampa italiana. Per il coordinatore di Forza Italia non possono esserci dubbi: «Era chiaro ormai che anziché svolgere un discorso di verità Fassino e la sinistra vantassero ciò che hanno detto e ciò che hanno fatto a proposito del caso Unipol. Secondo il significato che essi attribuiscono alla moralità, alla libertà e alla verità, infatti, i colpevoli sono innocenti e gli innocenti sono colpevoli». Per Bondi laffermazione di Fassino risponde a una logica precisa: «Le sue dichiarazioni sono state precedute dallintervista rilasciata da Consorte a Repubblica. A differenza di Fiorani, che per gli stessi reati sta ancora in carcere, quasi una tortura da parte della magistratura milanese, Consorte può presentarsi come una vittima e attestare la massima correttezza di Fassino e DAlema. Dimenticando però di attestarla anche per il tesoriere Sposetti». Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia, ribatte ironicamente: «Fassino ha perfettamente ragione: attraverso Consorte voleva impadronirsi di una banca e lo ha detto in modo inequivocabile. La gioia del risultato raggiunto lo ha portato a distrarsi quando Consorte gli ha anche detto che aveva in tasca il 51% della Bnl: si tratta di una irregolarità, ma trattandosi di affari fatti dalla sinistra, magistratura e giornali non stanno a guardare il pelo nelluovo».
Anche Maurizio Gasparri di An non sembra stupirsi: «È una dichiarazione non dico ingenua ma sincera», replica ironicamente. E aggiunge: «Servirsi delle cooperative per fare scalate, operazioni varie, sostegni al partito, è quello che hanno sempre fatto. È il loro programma. Quindi perché dovrebbe pentirsi delle sue telefonate a Consorte?»
Per il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi (Udc), il problema non sono le telefonate a Consorte: «Così come non lo sono le telefonate di chiunque verso chiunque prima che i fatti diventino pubblici». E aggiunge: «Quello che mi sembra macroscopico è la differenza di trattamento tra Fiorani e Consorte e Sacchetti. Fatto è che rimangono sul tappeto 100 milioni di euro, una somma stratosferica e lUnipol non ha fatto nulla nei confronti dei due amministratori, ben diversamente dallatteggiamento avuto dalla Bpl nei confronti di Fiorani».
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