Carmine Spadafora
da Ischia
Tre mesi dopo la tragedia del monte Vezzi, a Ischia si è temuta una nuova sciagura. Ancora una volta per colpa del dissesto geomorfologico che angoscia eternamente gli isolani. Una frana si è abbattuta ieri pomeriggio, intorno alle 15.30, su un ristorante, tra i più caratteristici di Ischia Porto (uno dei sei comuni dellisola), il San Pancrazio, dal nome del costone che lo sovrasta. Massi, pietre e terriccio sono precipitati da unaltezza di 20 metri circa, abbattendosi su un deposito adibito anche a camera da letto per i dipendenti del ristorante e su una veranda. Entrambi i solai hanno retto, proteggendo le persone che si trovavano al di sotto. Qualche ferita lieve lhanno riportata un uomo e una bambina di 9 anni, scalfiti dalle pietre staccatesi dal costone. Padre e figlia, sono stati portati in ospedale ma le loro condizioni sono buone. Il forte boato ha scatenato il terrore nel ristorante. Alcuni turisti non ci hanno pensato su e si sono lanciati in mare, altri si sono allontanati di corsa.
Complicato il lavoro per vigili del fuoco e capitaneria di porto. Al ristorante San Pancrazio, infatti, fondato 40 anni fa e in possesso della regolare licenza amministrativa, si accede solo via mare. I clienti vengono trasferiti con una barchetta fin sotto ai tavolini. Pochi minuti dopo la frana, le motovedette della guardia costiera e i mezzi dei vigili del fuoco, hanno portato al sicuro i clienti e il personale del ristorante. Illesi sì, ma terrorizzati. Più tardi, sul luogo della frana, sono arrivati anche il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, che si trovava in vacanza sullisola, il sindaco Giuseppe Brandi e la polizia.
La pioggia caduta sabato sera per due ore è la sospettata numero uno di questa nuova frana avvenuta sullaltro versante del monte Vezzi rispetto a quella che lo scorso 30 aprile aveva lasciato quattro morti sotto le macerie. Non nasconde i propri timori per il futuro il sindaco Brandi, che ha ordinato lo sgombero del costone: «Per fortuna è stato solo un piccolo episodio. Dietro il quale però cè un problema molto grande. Le zone a rischio di Ischia, vanno messe in sicurezza al più presto. Altrimenti la vita di migliaia di cittadini continuerà a essere in pericolo». Laccusa più o meno velata del sindaco punta sulla protezione civile regionale, non ancora partita con le operazioni di messa in sicurezza.
Il professor Aldo Cinque, docente di geomorfologia al dipartimento di scienze della terra delluniversità Federico II di Napoli, autore con altri colleghi, di uno studio sui fenomeni ambientali di Ischia, sostiene che «bisogna far rispettare i divieti di nuove edificazioni ma anche fare in modo che, dove già sorgono delle case si pensi a una delocalizzazione oppure a eseguire tutte le opere utili per mitigare il rischio».
La tragedia del monte Vezzi, avvenne allalba del 30 aprile scorso.
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