Israele Netanyahu moltiplica i posti di governo e va verso la fiducia

Sarà la compagine più affollata di ministeri della storia d’Israele a riportare oggi Benyamin Netanyahu, dopo 10 anni, sullo scranno di premier. Un governo che sotto la guida del leader del Likud s’appresta ad affrontare il voto di fiducia alla Knesset forte del sostegno eterogeneo d’una mezza dozzina di partiti: pagato con una moltiplicazione di posti che alimenta dubbi sulla sua tenuta, prima ancora che sulla fedeltà agli impegni internazionali del processo di pace con i palestinesi. Trascorsi 50 giorni dal voto politico del 10 febbraio, Netanyahu è riuscito mettete insieme una compagine in cui entrano - col Likud - la destra radicale laica di Israel Beitenu (il partito del tribuno di origine sovietica Avigdor Lieberman, destinato gli Esteri), quella religiosa ultraortodossa dello Shas e i coloni duri e puri del Focolare nazionale ebraico.

Ma anche i divisi laburisti del ministro della Difesa uscente (e rientrante) Ehud Barak. Per accontentare tutti il governo avrà una trentina di ministri e sei o sette viceministri, numero monstre se confrontato con i 69 deputati (su 120 della Knesset) che fanno riferimento alla maggioranza.

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