Vasco Rossi è stato il primo a intuirlo, volente o nolente. La nuova forma di rapporto con il pubblico. Facebook. Twitter. «Il film documentario Questa storia qua di Bibi Righetti e Alessandro Paris mi ha riportato a casa» ha scritto ieri commentando lopera che oggi sarà presentata alla Mostra del Cinema di Venezia. Vasco non ci sarà, lo sapete. Ma è comunque presente. Grazie alle sue righe su Facebook. Insomma è la fase due dei social networks. Prima erano un semplice luogo dincontro. Adesso sono un contenitore di notizie che consente un filo diretto senza intermediatori, evita il filtro dei giornalisti e, di contro, inchioda gli artisti a ciò che effettivamente hanno detto o scritto, senza scaricabarile. Francesco Facchinetti e Alessia Marcuzzi hanno raccontato su Facebook lattesa della figlia, che dovrebbe arrivare a giorni (a proposito in bocca al lupo) ricevendo centinaia di migliaia di contatti. Adesso anche Fiorello twitta, lui che ha sempre detto di non avere con il web un grande rapporto. E saranno in tanti a seguire il suo esempio. Un po perché diventerà una moda. Un po perché è molto più agile del tradizionale modo di comunicazione attraverso giornali e tv. Naturalmente cè chi festeggia: ora basta un clic per sentirsi a casa del proprio idolo (e basta leggere le migliaia di commenti a ogni post di Vasco per rendersene conto).
Ma cè anche chi trema perché questa nuova forma di interazione ha tanti pregi ma un enormelimite: anniente la cosiddetta «sacralità dellartista», trasformando in amico chi fino a ieri era un mito irraggiungibile. Vedremo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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