June Carter, quando le mogli sono davvero rock

June Carter, quando le mogli sono davvero rock

Paolo Giordano

Una storia a flash. Ad esempio: quando lei gli nasconde le pasticche oppure gli sbatte la porta in faccia dopo la prima notte d’amore. E lasciate perdere matrimoni notarili come quelli di Gwyneth Paltrow e Chris Martin dei Coldplay, o sposi esausti come Sting e Trudie. Johnny Cash e June Carter sì che erano la coppia perfetta del rock, hanno vissuto senza paillettes, senza annunci stampa, per cinquant’anni facendo dell’amore l’unica colonna sonora del matrimonio. Flash: quando lei lo scaccia via perché lui era troppo fatto.
Si sono incrociati per la prima volta a metà dei Cinquanta, June già famosa, Johnny ruspante e pronto a diventar grande (ma sposo e padre di un figlio). Tournée con mezzi di fortuna, ma con Elvis e Jerry Lee Lewis. Vizi e stravizi e gloria arrapante. Flash: quando lui distrugge il camerino dopo essere stato rifiutato. Per dieci anni Johnny e June (che nel frattempo si è sposata due volte) si sono amati senza sfiorarsi, lasciando fiorire un sentimento così forte da impaurirli all’inizio ma poi capace di accompagnarli fino alla morte (tutti e due nel 2003 a pochi mesi di distanza).
E mai matrimonio rock fu così vivo. Né quello di Yoko Ono e John Lennon. Né quello di Kurt Cobain e Courtney Love o quello di Linda e Paul McCartney. E forse per questo - visto che qui in Italia la storia dei Cash si conosce meno - Walk the line potrà lasciare a bocca aperta persino più che negli Usa. Flash: quando lei lo porta a pescare e gli insegna a usare il mulinello.

Johnny Cash non avrebbe potuto scrivere le sue canzoni, non avrebbe potuto essere The man in black senza essere acceso da quell’amore. E senza averle chiesto di sposarla durante uno show credendo di esser da soli anche di fronte a migliaia di persone. Quando poi lei gli ha detto sì e ha spento i flash sul loro amore.

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