Germania «anti-europea » per il nein agli eurobond. L’accusa esplicita viene dal presidente dell’Eurogruppo, e premier lussemburghese, Jean-Claude Junker, all’indomani dei vertici europei nei quali Berlino ha rigettato decisamente la proposta di un’agenzia europea del debito per collocare obbligazioni comuni sul mercato. La proposta, avanzata da Jacques Delors nel ’93, è stata rilanciata con un intervento sul Financial Times dello stesso Junker e del nostro ministro dell’Economia,Giulio Tremonti. Ma la cancelliera Angela Merkel ha immediatamente risposto picche. Ora Junker, in un’intervista al settimanale Die Zeit , accusa Berlino di aver tenuto una posizione «semplicistica » sulla questione, liquidandola prima d’averla studiata con un briciolo di attenzione. «Mi stupisce molto questo modo di introdurre argomenti tabù in Europa: non volersi interessare delle idee degli altri è una maniera molto anti-europea di gestire la politica dell’Ue», osserva il presidente dell’Eurogruppo. Nel corso di una conferenza stampa, ieri, la Merkel ha confermato il suo giudizio negativo sugli eurobond, spiegando che «strumenti del genere darebbero incentivi sbagliati agli stati membri dell’Unione. Adesso- ha aggiunto - serve la disciplina dei mercati obbligazionari per gestire politiche di bilancio responsabili». Un portavoce della cancelleria ha aggiunto che accusare qualcuno di «anti-europeismo» non è il sistema migliore per tranquillizzare i mercati. In sintesi, la cancelliera ritiene che mescolando nel cocktail degli eurobond titoli «buoni» e titoli «cattivi», ad esempio tedeschi e greci, si otterrebbe questo risultato: i Paesi con scarsa disciplina di bilancio continuerebbero nella cattiva strada, garantiti dai Paesi con i conti in ordine; nel contempo i rendimenti salirebbero, con un costo maggiore per i «buoni» e minore per i «cattivi». Proprio ieri, per la prima volta dal maggio scorso, il rendimento del bund decennale ha superato il 3%, mentre si è registrata una domanda debole nel collocamento di titoli tedeschi a due anni: un miliardo di euro è rimasto inoptato. In attenuazione gli spread fra il bund e i titoli dei Paesi periferici, mentre l’euro è rimasto sopra gli 1,32 dollari. Ad aiutare il mercato il «sì» alle misure anti-deficit del Parlamento irlandese. Considerando quanto l’Europa sta spendendo per salvare gli Stati in difficoltà, e con essi la moneta comune, la creazione degli eurobond potrebbe aiutare. Anche perché, rileva il direttore generale del Fondo monetario, Dominique Strauss- Kahn, la crisi del debito è tutt’altro che finita. «La situazione in Europa- osserva- è ancora preoccupante, e il futuro è più incerto che mai, anche se l’euro non è in pericolo ». Strauss-Kahn, favorevole a un rafforzamento immediato del fondo europeo anticrisi, mette in primo piano la riforma della governance , cioè delle regole.
«Ci stiamo muovendo con lentezza- accusa- anche sulla supervisione e sui meccanismi di risoluzione della crisi ». Secondo il managing director del Fmi, le esperienze di Grecia e Irlanda rivelano la necessità di creare strumenti anti- crisi rapidi ed efficaci: «Ritardi eccessivi possono portare a nuove crisi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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