Claudia Passa
da Roma
Se gli inquirenti capitolini non commentano e lambasciata britannica mette i puntini sulle «i», a rilanciare la querelle sul destino di Hamdi Adus Issac è ancora una volta la stampa londinese. Lungi dal gettare acqua sul fuoco, il Times (che laltroieri aveva dato voce ai timori di Scotland Yard che lestradizione possa andare per le lunghe) rincara la dose. Paventa lungaggini, esprime il timore che letiope arrestato nella capitale per i falliti attentati del 21 luglio alla tube possa «eludere la giustizia britannica», e chiama in causa le norme del «pacchetto sicurezza» sui collaboratori di giustizia per dire che il mancato kamikaze potrebbe negoziare con i magistrati «un accordo da pentito di mafia». Ovvero ottenere una «nuova identità» e restarsene nel Bel paese, come ha sempre detto di voler fare.
Sta di fatto che nel giorno in cui Domenico Massimo Miceli, giudice dAppello incaricato del procedimento di estradizione, ha reso noto larrivo degli atti completi dallInghilterra e ha annunciato per oggi la fissazione delludienza ed entro agosto lo svolgimento del dibattimento, il pressing dei mass-media londinesi sè intensificato. E per la prima volta ha preso di mira anche Antonietta Sonnessa, lavvocato di Hamdi e di suo fratello Remzi. «Mafia-style»: così è stata definita dal Times la strategia difensiva di quella stessa legale in gonnella che nelle ultime ore ha spopolato anche nei siti internet inglesi e israeliani, calata ora nei panni dellavvocato di Hitler («il mio cliente - è limmaginaria linea difensiva attribuitale per burla - non è un antisemita, e nello sterminare gli ebrei voleva solo dimostrare la propria frustrazione per il trattato di Versailles»), ora nel legale del medico-serial killer Harold Shipman («lunico delitto del mio cliente consiste nellaver sviluppato un approccio alternativo in medicina»). Il riferimento è alla tesi dell«atto puramente dimostrativo» raccontata da Hamdi agli inquirenti. Ma la Sonnessa non ci sta: «Mi dispiace per chi si diverte così - dice -, prendendo in giro una persona onesta. È capitato a me, poteva capitare ad altri». Quanto alle critiche del Times, il legale le definisce «offensive per me e per lItalia».
Nel pomeriggio, dopo che il gip di Brescia ha convalidato larresto di Fethi Issac, laltro fratello di Hamdi (ma solo per favoreggiamento e non per terrorismo internazionale), e di fronte al montare della querelle, lambasciata britannica in Italia ha smentito in una nota lesistenza di frizioni fra Roma e Londra, precisando che «tutte le richieste delle autorità britanniche sono state esaudite prontamente dalle controparti italiane». Lambasciata, inoltre, ha richiamato la legge sullestradizione, richiamando scadenze che potrebbero portare alla conclusione del procedimento al più tardi a dicembre.
Lincognita resta la posizione di Hamdi nei confronti della giustizia italiana, e in particolare della procura di Roma che lha arrestato con laccusa di terrorismo internazionale. «Le autorità italiane - prosegue lambasciata - hanno arrestato Issac, e il suo arresto è stato convalidato da un giudice, ma questo non corrisponde a unaccusa formale». I pm non commentano questaffermazione, che in ambienti giudiziari viene comunque definita «singolare». Il dubbio è che nel linguaggio giuridico britannico per «accusa formale» si intenda unincriminazione nellambito di un processo, questione che per Hamdi è quantomeno prematura. «È proprio così - spiegano allambasciata -. I nostri sistemi giuridici sono diversi e incompatibili, e forse le polemiche di questi giorni sono dovute proprio a una serie di equivoci come questo». Linterlocutore inglese è ottimista, e confida che letiope approdi presto oltremanica, a rispondere della carneficina mancata per un soffio. La Corte dappello ha intenzione di far presto, e lha fatto capire.
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