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Kateryna sbaglia e il padre coach la prende a pugni

da Melbourne

È come se Rolf Schumacher, al primo sorpasso sbagliato del figlio Michael, lo avesse preso a calci; è come se Graziano Rossi, genitore di Valentino, all’immancabile scivolata in curva del ragazzo lo avesse inseguito per il paddock; è come se, per stare più in tema, Giorgio Cagnotto, dopo una panciata dal trampolino da tre metri della povera Tania, l’aspettasse a bordo vasca per menarla.
A Melbourne succede infatti che lei, non Tania, bensì Kateryna Zubkova, non si qualifica per le finali dei 50 metri dorso e il padre la picchia. E viene anche arrestato. I protagonisti della vicenda sono la povera ragazza ucraina e babbo Mikhail, sbarcato in Australia con un accredito da allenatore. Il genitore-coach, ripreso dalle telecamere di un’emittente televisiva aussie, è stato poi condotto in tribunale e rilasciato solo su cauzione. Oggi dovrà comparire nuovamente davanti al giudice. E, comunque, dovrà tenersi a 200 metri dalla figlia.
L’episodio è stato stigmatizzato dalla Federnuoto internazionale (Fina) che ha immediatamente ritirato l’accredito concesso a Zubkov e ha avviato un'indagine interna. «È una situazione totalmente inaccettabile», ha detto Michael Scott, direttore generale del Comitato organizzatore. «È inaccettabile qui in Australia come in qualsiasi parte del mondo». Zubkov, 38 anni, non è l’unico coach ad essersi messo nei guai durante i Mondiali. Vladimir Rulev, 56enne componente dello staff tecnico della squadra russa di tuffi, è stato infatti accusato di aggressione sessuale nei confronti di un’impiegata dell’albergo nel quale alloggiava. Rilasciato su cauzione, avrebbe dovuto lasciare ieri l’Australia.

Invece, lunedì prossimo dovrà presentarsi in tribunale.

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