Mentre il Burj Khalifa con i suoi 828 metri di altezza si aggrappa alle nuvole e reclama il ruolo di icona della Dubai degli eccessi, un altro edificio simbolo, il Burj al-Arab, l'albergo a forma di vela adagiato sulle acque della spiaggia di Jumeirah, potrebbe avere i mesi contati. La notizia rimbalza da qualche tempo in Medio Oriente e trova conferme negli ambienti vicini a Mohammed bin Rashid Al Makhtum, l'emiro che ha manifestato la scorsa estate il desiderio di acquistare quote del Milan e che ha trasformato la città in una Las Vegas ancor più scintillante, eccessiva e pacchiana. Osservando l'imponente struttura dal mare il lussuoso hotel ricorda una gigantesca croce cristiana e lui, da fervente musulmano, non vuol più tollerarlo.
Il Burj al-Arab, uno dei pochi sette stelle al mondo, ha visto la luce nel 2002 dopo otto anni di lavori coordinati dall'architetto britannico Tom Wright, per un costo complessivo di 650 milioni di dollari. Un fiume di denaro gettato al vento se il destino sarà quello di sbriciolare in pochi istanti una struttura che ha richiesto 70mila metri cubi di cemento, più di novemila tonnellate di acciaio, quasi 44mila metri quadrati di pannelli di vetro e per la cui realizzazione sono state coinvolte tremila aziende, 250 designer e circa 3500 operai contemporaneamente. Senza trascurare le 202 suite arricchite dagli ottomila metri quadrati di foglie d'oro a 22 carati, impreziosite dallo stesso marmo utilizzato da Michelangelo per dar vita alla celeberrima Pietà e illuminate da 22mila luci. Il campo da tennis sulla piattaforma dell'eliporto dell'albergo, all'altezza di 211 metri dal mare, dove per un capriccio degli sceicchi nel 2006 si esibirono André Agassi e Roger Federer, è un po' la ciliegina sulla torta.
L'idea di polverizzare vagonate di denaro non sembra però scomporre più di tanto «Shaikh Moh», come è stato ribattezzato dalla stampa locale, la cui vita scorre a ritmi vorticosi tra eccessi e spese folli nonostante la recente crisi finanziaria che ha scosso il ricco emirato del petrolio. Normale amministrazione per uno che vanta un patrimonio personale di oltre 16mila miliardi di dollari secondo le stime di Forbes, che lo colloca al quarto posto tra i monarchi più ricchi del pianeta.
Il Burj Khalifa, progettato da un altro architetto britannico, Adrian Smith, e inaugurato il 4 gennaio scorso in attesa dell'imminente concerto della rock star Madonna, è solo l'ultima delle sue follie. Non si possono certo ignorare le terre strappate al mare per concepire Palm Islands e The World, le due isole artificiali in sabbia sulle quali sono spuntati come funghi alberghi kitsch e appartamenti lussuosi acquistati da inquilini illustri come Zlatan Ibrahimovic, David Beckham, l'ex tennista Boris Becker o la cantante australiana Kylie Minogue.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.