L’allarme di Bagnasco: «Media anticlericali»

Nel giorno in cui a Roma qualche decina di migliaia di antiberlusconiani scende in piazza con la scusa di difendere una libertà di stampa che nessuno minaccia, un altro allarme arriva al mondo dell’informazione dal presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco: un nuovo «anticlericalismo» rischia di farsi strada nei media, che spesso «distorcono» i messaggi del Papa e della Chiesa, offrendone «letture parziali e non di rado francamente scorrette». È il messaggio che ieri da Parigi - davanti agli episcopati di tutta Europa - ha lanciato Bagnasco, denunciando come «alcuni ambienti» vorrebbero «una Chiesa o supinamente allineata sull’opinione che si autoproclama prevalente o progressista, o semplicemente muta».
Ma la Chiesa, ha avvertito il presidente della Cei, «non può venire meno alla propria missione». E non può non partecipare al dibattito pubblico, anche «nella formazione degli orientamenti politico-legislativi» - il riferimento implicito è ai grandi problemi etici - «non può essere scambiato per una minaccia alla laicità dello Stato».
All’assemblea plenaria dei vescovi europei, Bagnasco ha tenuto un intervento significativamente intitolato «I media e il Papa: un anno difficile». Dipingendo il papa e la Chiesa come «oscurantisti» e nemici della «razionalità scientifica», distorcendone i messaggi con «rappresentazioni parziali e fuorvianti», è stato il succo del suo ragionamento, si cerca di marginalizzarli o meglio espellerli dal dibattito pubblico.
Il porporato ha citato molti esempi concreti di «questo tipo di deriva mediatica». A partire dalle «polemiche seguite al celebre discorso di Ratisbona» di Benedetto XVI, fino «al Motu proprio che consente l’uso della liturgia preconciliare, alla remissione della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani» o ancora «alle considerazioni sui limiti dell’uso dei preservativi svolte nel corso del viaggio in Africa».
In tutti questi casi, pesantemente strumentalizzati da una parte della stampa negli ultimi mesi, Bagnasco ha ricordato come «una rappresentazione corretta avrebbe consentito di superare i fraintendimenti», ma «è stata invece preferita una lettura parziale e non di rado francamente scorretta, che induce a domandarsi se in alcune componenti della cultura e dei mezzi di informazione non si stia facendo strada un anticlericalismo interessato a nascondere il vero volto della Chiesa».

In una formula, ha riassunto il cardinale, si vuole diffondere l’immagine fasulla di una «Chiesa dei no», «nemica dell’uomo e indifferente ai suoi bisogni». La Chiesa, ha concluso il presidente della Cei, «non vuole imporre a nessuno la propria morale religiosa», ma non può e non vuole condannarsi al silenzio.

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