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L’ALLARME DI ERFURT

Non ce l’aveva affatto col Papa ed è mortificato: «Mi vergogno», ha detto il trentenne incensurato che due giorni fa ha sparato da una finestra con un fucile ad aria compressa prima della messa di Benedetto XVI a Erfurt. Ieri, giorno del rientro a Roma del Pontefice dopo la visita pastorale in Germania, il giovane berline ha spiegato il proprio gesto. Arrestato e rilasciato poche ore dopo i fatti, dovrà rispondere di tentate lesioni personali. Il chitarrista era a Erfurt per incontrare la sua band. Aveva bevuto e ha voluto provare il fucile ad aria compressa che si trovava a casa di un conoscente. Questo ha raccontato alla polizia. L’uomo ha anche parlato con un giornalista tedesco, cui ha confessato di ritenere il gesto commesso «soltanto stupido e imbarazzante».

Un conoscente - ha continuato il racconto - gli aveva dato le chiavi del suo appartamento, lì il giovane ha trovato un fucile e una pistola ad aria compressa. Ha deciso di provare l’arma puntandola su due agenti di una ditta di sicurezza privata. Nessuno è rimasto ferito.

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