L’alleanza di Busalla tra Udc e Rifondazione fa infuriare il Pdci

L’alleanza di Busalla tra Udc e Rifondazione fa infuriare il Pdci

«È stata una mossa scorretta, quel simbolo non gli appartiene». Parole pesanti quelle di Roberto Delogu segretario provinciale del Pdci. Si sono appena riappacificati ma già tornano a litigare. Rifondazione e Comunisti italiani, che per le elezioni europee hanno trovato l’intesa per la «Lista Comunista», riescono a dividersi e litigare per il comune di Busalla. È la conseguenza di quella strana alleanza che vede insieme, a sostegno del sindaco uscente Mauro Pastorino, Udc, Italia dei Valori e Rifondazione Comunista.
Il «gioco sporco» l’avrebbero fatto quelli del circolo Prc della Valle Scrivia che, per fare campagna a sostegno del sindaco uscente, hanno utilizzato il simbolo della «Lista Comunista» contrapponendolo a quello che sostiene Carlo Senesi, candidato a primo cittadino per il Pdci. «Nessuno mette in discussione il fatto che quelli di Rifondazione possano appoggiare altri candidati - attacca Delogu -. Veniamo da dieci anni di divisioni e il percorso per tentare un’unificazione sarà ancora lungo, ma qui c’è un gioco poco accettabile e frutto di una visione miope della politica. Chi vuole votare comunista, a Busalla, deve votare per Senesi, non ci sono altri candidati che abbiamo la nostra identità». Perché non si è tentata un’intesa comune su Pastorino? «Perché a livello nazionale e regionale andiamo dicendo che un’intesa con l’Udc non è possibile e poi veniamo a sposare le loro cause - critica duro il segretario provinciale del Pdci-. Pensavano che facessimo proprio come Casini che getta fango su Di Pietro e poi ci si allea insieme? No, questo noi non lo tolleriamo. Sapevamo da tempo che Rosario Monteleone avrebbe puntato su Pastorino e abbiamo pensato a impostazioni diverse perché il nostro simbolo non sarà mai accostato a quello dell’Udc».


Poi ci sono i contenuti che separano Pastorino dalla possibile intesa con Rifondazione: «Il sindaco parla di possibile delocalizzazione della Iplom, questo rischia di mettere i lavoratori contro la cittadinanza: è scorretto e resteremo in difesa dei lavoratori».

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