L’amministratore delegato O’Leary: «Garantiamo tariffe basse e un indotto di mezzo miliardo l’anno e contribuiamo a mantenere 3mila posti di lavoro» Ora Ryanair minaccia di abbandonare Roma La compagnia low-cost risponde così alle critiche per l’ec

Daniele Petraroli

O Ciampino o niente. Ryanair lancia l’ultimatum alla capitale. «Non abbiamo intenzione di spostare la nostra base - ha spiegato ieri il magnate e amministratore delegato della compagnia aerea low cost Michael O’Leary -. Stiamo considerando, altrimenti, l’idea di spostarci in Polonia. Anche perché Ciampino non è così economico come si dice».
Ryanair, dunque, rigetta le accuse di ambientalisti, comitati della zona e del senatore di Forza Italia Cosimo Ventucci (vedi pezzo a fianco). Secondo O’Leary a Ciampino non ci sarebbero problemi né per il rumore prodotto dai suoi aerei, né per il CO2 inquinante (le nanoparticelle) che viene prodotto dai reattori. «Paradossalmente - spiega - i nostri aeromobili fanno meno rumore adesso che i voli sono aumentati esponenzialmente rispetto al 2000. Questo dipende dal fatto che la nostra flotta è composta dai nuovi Boeing 737-800 che emettono il 50 per cento di rumore in meno dei vecchi aerei militari e dei corrieri. Sono mesi che chiediamo la pubblicazione delle tavole di emissione dei rumori. Così si vedrà chi ha ragione».
Sarebbero del tutto ingiustificate le proteste, quindi. Ma nel caso in cui venga costretta a cambiare aeroporto Ryanair potrebbe decidere di abbandonare l’intero quadrante del centrosud italiano. Una minaccia in piena regola anche se O’Leary si affanna a spiegare che non è così. «Il fatto è che non sapremmo dove andare - prosegue -. Fiumicino? Non ci darebbero abbastanza «slot». Per esempio non potremmo volare dalle 6 alle 9 di mattina. Latina? Ha una pista troppo corta. Viterbo? La verità è che se non potremo volare a Roma andremo in un altro Paese. Così gli italiani saranno costretti a pagare le tariffe Alitalia che sono più alte. In più le nostre tariffe basse sostengono 3mila posti di lavoro nell’area di Roma e forniscono un valore di spesa annuale per il turismo di mezzo miliardo di euro». La colpa di tutte queste discussioni sarebbe secondo O’Leary, delle associazioni ambientaliste. «Fanno cattiva informazione. Addirittura per Ciampino è maggiore il problema del rumore delle auto sul Gra che quello degli aerei. Le emissioni, invece, sono quasi insignificanti visto che avvengono in massima parte al decollo e all’atterraggio e quindi sulla pista dell’aeroporto. L’equivoco nasce dal fatto che abbiamo incrementato il numero di voli ma, come dimostrato, le emissioni sono diminuite. In ogni caso siamo disposti a confrontarci con Veltroni e con Adr».
Un altro sassolino, però, O’Leary vuole toglierselo dalla scarpa. «Comunque se gli ambientalisti sono preoccupati dovrebbero chiudere Alitalia che usa aerei vecchi e rumorosi. Non credo, in ogni caso, che dietro l’attacco alle compagnie low cost ci sia un tentativo di dare una mano alla compagnia di bandiera in difficoltà. È soprattutto disinformazione».

Resta il fatto che a Ciampino la Ryanair muove un aereo ogni 10 minuti. «Ma è poco per un aeroporto internazionale. Il problema di Ciampino sono gli obsoleti aeromobili militari che volano anche di notte e i corrieri, ve lo dico io».

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