L’amore a prima vista viaggia in metropolitana

da Milano

Alcuni sostengono che i buchi, le infiltrazioni e i lavori in corso che la caratterizzano siano l’ennesimo segno della decadenza britannica. Eppure la London Underground rimane un mito, e non solo perché consacrata anche da magliette ricordo e cartoline, che ne riproducono la rete fitta e colorata come ogni altro monumento nazionale.
È un mito perché è riuscita a entrare a tal punto nel cuore degli inglesi, da diventare il luogo ideale per un colpo di fulmine. Più di autobus e treno, più di pub, caffè e locali notturni. Uno sguardo, un’occhiata al libro del vicino, un orecchio prestato all’iPod del dirimpettaio. L’effetto Sliding Doors, il caso che interviene e fa incrociare Gwyneth Paltrow e John Hannah, la bella tradita e il simpaticone affascinante che attacca bottone sui sedili del metrò.
Funziona, non solo nei film. Lo dice un sondaggio del London Lite, l’ultima creatura di Rupert Murdoch, il tabloid gratuito che, come ogni testata del genere, è una delle letture più naturali per i frequentatori della tube. Gli abitanti di Londra e i pendolari, che trascorrono magari mezz’ora o un’ora su un vagone sotto terra, si guardano attorno. Non sono impassibili come da cliché: sbirciano e, poi, immaginano. Soprattutto i passeggeri della Northern Line, la più romantica delle linee della capitale e, anche, una delle più antiche. L’equivalente della tratta fra Union square e Williamsburg a New York, ribattezzata la linea «L», ovvero love. Passione che sboccia, ad esempio, fra un ragazzo che vede ogni giorno una coetanea immersa nello stesso libro che sta leggendo lui, come racconta il fumetto Dumb Love. Amore muto, da un sedile all’altro. La tratta è quella, fra Manhattan e Brooklyn, come confermato dal 30% dei newyorchesi fra i 25 e i 35 anni.
Dopo la Northern, per i londinesi i treni del desiderio sono quelli della Central, quindi delle due parallele, la Circle e la District, seguite dalla Piccadilly. I meno attenti, invece, sono gli habitué della Jubilée. Tutti, comunque, dopo aver fantasticato, non dimenticano. «Alla splendida ragazza che sulla Victoria è scesa a Vauxhall. Eri seduta in fondo alla carrozza e non potevo toglierti gli occhi di dosso. Facevo finta di leggere un libro, ma ti guardavo silenziosamente nella speranza che tu scendessi a Brixton». Altro che metropolitana anonima: i passeggeri si ritrovano, grazie a internet, e a siti come gumtree.com. Basta lasciare un messaggio, sotto la categoria «Missed connections» o «Desperately seeking». «Incroci perduti»: sfiorati, grazie alle migliaia di persone che frequentano la metropolitana londinese. Questione di attimi, di porte che si aprono e si chiudono. Poi, scatta la «ricerca disperata».
A Parigi è lo stesso: i passeggeri innamorati provano a ritrovarsi su dilelui.com. Dopo la sperimentazione a Rennes, da metà settembre il servizio è stato esteso alle maggiori città di Francia. Si lascia il messaggio, e si spera. C’è chi paga l’equivalente di un altro biglietto, un euro e cinquanta centesimi, per contattare il mittente. Un «ritorno del reale», la sentenza del sociologo Pascal Lardellier su Le Parisien. Annunci virtuali per tentare un incontro già avvenuto, ma troppo rapidamente.

«Sei salita a Montparnasse, ti sei seduta accanto a me, siamo scesi insieme a Place d’Italie, ma ti ho perso di vista nei corridoi». Meglio non avere rimpianti, e lanciare un sassolino. Forse era soltanto l’immaginazione, forse no. Forse è solo una piccola forzatura del destino.

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