Eh no. Non è vero che tutto è cominciato nel Triveneto, come scrivono Giovanni Fasanella e Monica Zornetta in Terrore a Nordest. Certo, se prendiamo il filone brigatista, dobbiamo riconoscere che la facoltà di sociologia dellUniversità di Trento, dove studiava Renato Curcio, ebbe la sua importanza. Ma per capire quella storia dobbiamo spostarci più a sud, a Reggio Emilia, fra i giovani comunisti che sognavano una rivoluzione che non si decideva mai ad arrivare. I Franceschini, gli Azzolini, i Gallinari vengono da quella terra, dal mito della Resistenza tradita, dalle chiacchiere con i vecchi partigiani, issati su un piedistallo favoloso, dal culto dei moti, e dei morti, del 1960. I cinque operai iscritti al Pci, uccisi a Reggio negli scontri con la polizia il 7 luglio 1960. «Io - mi raccontava Lauro Azzolini - ho visto i compagni morire davanti a me quel giorno di luglio». Quella è stata la scintilla. Molto prima di Piazza Fontana, e senza dover passare per le inquietudini del Nordest. A Reggio Emilia si aspetta Il sol dellavvenire, il titolo del film (diretto proprio da Fasanella e da Gianfranco Pannone) appena uscito nei cinema di Bologna e Firenze che esplora le radici emiliane delleversione. A Reggio Emilia si venera Pietro Secchia e con lui lala filosovietica del Pci. Formalmente le Br nascono a Pecorile, non lontano da Reggio Emilia, nellagosto 1970 e poi trovano spazio nelle grandi fabbriche milanesi, come la Pirelli e la Sit Siemens, dove lavorano personaggi come Mario Moretti, il futuro capo. Il filone vetero comunista, emiliano, si somma a quello operaista di rito ambrosiano; certo nel bagaglio dei brigatisti conta anche lesperienza post sessantottina degli studenti di Trento. Ma non è lì lorigine. Le Br uccidono per la prima volta a Padova nel 74, ma è un caso, le prime imprese hanno come teatro Milano, poi è lItalia intera a macchiarsi di stelle a cinque punte.
E alle porte di Milano, a Sesto San Giovanni, la Stalingrado dItalia, matura anche laltro grande movimento della sinistra eversiva: Prima linea, in parte formata dai duri del servizio dordine di Lotta continua. A Sesto San Giovanni, per esempio, cresce e si avvicina alla lotta armata Sergio Segio, uno dei personaggi più influenti di Pl, figlio di un comunista che è rimasto a Pola, dopo il passaggio della città alla Jugoslavia, ma poi ha constatato di persona il fallimento dellutopia titina ed è scappato in Italia. A Milano Pl uccide per la prima volta, nel 1976: lavvocato Enrico Pedenovi.
Sempre a Milano si sviluppa una terza forma di terrorismo, assai diffuso: quello di matrice autonoma, quello dei cortei del sabato pomeriggio, quello coperto da riviste come Rosso e Metropoli e che pure ha nel Nordest di Toni Negri il proprio punto di riferimento. Un terrorismo movimentista, già inventato nel 1972 da Lotta continua con lomicidio Calabresi. A Milano, si sviluppano decine di bande armate e una di queste, la Brigata 28 marzo - descritta in modo magistrale da Fabrizio Calvi nel libro Ragazzi di buona famiglia (Piemme) - firmerà nel 1980 lassassinio di Walter Tobagi, episodio simbolo degli anni di piombo.
Più complessa, sullaltro fronte, levoluzione del terrorismo nero.
Lanalisi La culla delle Br non fu Trento ma Reggio Emilia
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.