«L’Anm adesso deve dialogare col governo»

da Roma

Allora, dottor Giancarlo Girolami lei non era all’assemblea di Genova, da presidente dell’Anm Piemonte, dove il suo collega Adriano Sansa attaccava il premier e il governo, come erroneamente hanno scritto i laici Anedda e Saponara nella richiesta di apertura di pratica al Csm proprio su quelle dichiarazioni e sulle altre del pm De Pasquale sul lodo Alfano «criminogeno».
«No, ero a Torino ad una conferenza stampa dell’Anm Piemonte che, le assicuro, si è svolta in tono pacato e propositivo. In modo fermo e obiettivo abbiamo illustrato i problemi che impediscono il funzionamento dell’organizzazione giudiziaria. Tutto, in una chiave propositiva, con la disponibilità a dialogare con le forze politiche che vogliono affrontare questi problemi per risolverli. Mi ha dunque sorpreso che, forse per una lettura superficiale dei giornali, i due consiglieri del Csm mi abbiano accomunato alle dichiarazioni di Sansa».
Perché non le condivide?
«Non mi permetto di dare giudizi e anche se fossi stato lì non avrei avuto titolo per censurarle: ognuno fa le sue dichiarazioni, che possono avere valenza personale. Ma bisogna distinguere le posizioni dei singoli da quelle dell’Anm che, negli ultimi tempi, si è mostrata in modo serio e sereno disponibile al confronto, anche nel corso di incontri con esponenti politici».
Usare toni e termini forti come Sansa o definire il lodo Alfano «criminogeno» come ha fatto il pm De Pasquale sollevando l’eccezione di costituzionalità, aiuta il dialogo che lei invoca a nome dell’Anm?
«Non è nel mio stile entrare nel merito delle dichiarazioni di altri. Però, è bene non andare dietro a certe frasi o ingigantirle. In questo momento non ci interessa parlare di lodo Alfano, separazione delle carriere o riforma del Csm, perchè non è questo che riguarda la vera emergenza: far funzionare la giustizia e intervenire sulla lentezza dei processi. Vogliamo fare proposte concrete. In Piemonte, ad esempio, ci sono 17 tribunali, di cui 5 con organici ridottissimi (2 pm e 5 giudici)e accorpandoli avremmo più efficienza e risparmio. L’Anm non dice no a tutto, infatti il giudizio sulla riforma del processo civile è stato positivo».
Oggi (ieri, ndr) da Milano è partito il secondo ricorso alla Consulta sul lodo Alfano. Per Ghedini certi magistrati si rifiutano di applicare le leggi.


«Prima dell’approvazione definitiva abbiamo diritto di criticare le leggi per migliorarle. Dopo dobbiamo solo applicarle, che ci piacciano o no. Ma se non le riteniamo conformi alla Costituzione, possiamo appellarci alla Consulta. Che è solo fare una domanda alla Corte, nulla di così drammatico».

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