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L’anno nuovo ci ha mostrato una sindaco solo per no global

Gentile signora sindaco, la sua presenza sul palco con don Gallo la sera di Capodanno dimostra che Lei non è il sindaco di tutti i genovesi ma dei no global ed estremisti che piacciono tanto, sia a Lei, sia a un prete che dovrebbe, quanto prima, essere ridotto allo stato laicale per il suo pessimo esempio. Sa chi avrebbe dovuto avere con sé sul palco? Gli abitanti del palazzo di corso Marconi che, nel 2001, ospitava gli uffici Area Banca, devastati dalle squadracce no global, mentre le fiamme rischiavano di aggredire l’edificio e gli abitanti erano sotto assedio, con la prospettiva di fare la fine del topo; oppure i genovesi che non hanno dimenticato quanto siano stati bravi i «pacifisti» a stuprare questa città. La sinistra passa il suo tempo a considerarsi la parte più democratica, illuminata e culturalmente più attrezzata a compiere chissà quali meraviglie. E mentre la coalizione che governa Genova si guarda l’ombelico, perde costantemente il contatto con la realtà ignorando gli accattoni ad ogni angolo, i vagabondi che rovistano nella spazzatura, strade disastrate e sudice, giardini che fanno pena e immigrati irregolari che ingrossano la criminalità spicciola a partire dalle periferie mentre, in pieno centro, le nostre strade sono usate come toilette a cielo aperto e le prostitute offrono i loro «servizi» senza curarsi dei passanti che vanno a lavorare all’alba. Dinnanzi a tanto squallore, Lei punta il dito sui soldi del governo e dimentica che un Comune moderno dovrebbe avere spirito innovativo e molti meno dipendenti, selezionatissimi, con orari non da statali ma da ufficio privato, in grado di offrire servizi degni del terzo millennio, a costo di sfidare i veti di certi sindacati tanto vecchiotti e fossilizzati, quanto lo sono i partiti della Sua coalizione, per dare risposte alla nostra esasperazione. Sulle vicende economiche della città, bastano i documentati articoli di Massimiliano Lussana su Fincantieri e simili per capire che le istituzioni locali sono «matrigne» per chi crea lavoro a Genova. Vi interessano solo le Coop, la moschea al Lagaccio, per la quale avete fatto un blitz di giunta, e poco altro. Non vi conviene avere una città dinamica, rifiorita e piena di giovani che non vi darebbero retta, facendovi perdere il potere in un attimo.

Spiace dirlo, ma siete dei dinosauri al di fuori della vostra era geologica, che non comprendono come, a forza di tirare la corda, prima o poi si spezza e il redde rationem elettorale, finalmente, arriverà anche a Genova.

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