L’approdo sia la Casa comune

L’approdo sia la Casa comune

Legge finanziaria, riforma istituzionale, legge elettorale, leadership della coalizione, partito unitario. L’agenda della Casa delle Libertà è fitta e apparentemente molto difficile da gestire. Inanellare una serie di successi che risolvano tutti questi problemi tenendo unita la coalizione, e caso mai allargandola, sembra quasi impossibile.
Ma nulla è difficile per chi ha forte volontà. Comunque i temi non sono eludibili. Rassegnarsi al big bang, all’esplosione del centrodestra è impossibile. Tra l’altro, come si può immaginare il vuoto in politica? Un’area moderata e di centrodestra, con uno o più soggetti politici, ci sarà comunque.
Dobbiamo affrontare e governare i processi. Quando la confusione cresce, o si inseguono le piccole vicende di ogni ora, con battute e scambi di dichiarazioni che creano solo altri problemi, o si alza la testa dalle carte del giorno per guardare avanti, avendo e dando la sensazione di visioni di ampio respiro. Avere linee di vetta, un progetto, una strategia.
La grande Casa comune del centrodestra: quello l’approdo. I tempi dipendono dalla cronaca. L’obiettivo appartiene alla storia. Per la legge finanziaria si devono trovare soluzioni coerenti con i programmi della Cdl. Ma sul fronte economico o a livello europeo si affronta il problema dell’aggressione commerciale cinese (noi abbiamo giustamente mille vincoli salariali, previdenziali, sanitari, ambientali e sociali che si traducono in costi, ma i cinesi no) aprendo il mercato a chi rispetta le nostre stesse regole, oppure avremo seri problemi strutturali per l’economia italiana ed europea.
Sul versante politico la riforma istituzionale è uno dei capisaldi dell’intesa che ha fatto nascere la Cdl. Il percorso va concluso senza esitazione e va accentuata l’azione tesa a dimostrare che questa riforma da stabilità al Governo nazionale e fa chiarezza nel rapporto tra lo Stato e le Regioni. Altro che attacco al Sud e all’unità nazionale. Menzogne di una sinistra che ha varato una Costituzione secessionista e privata del riferimento al Mezzogiorno contenuto nel testo del 1948.
Legge elettorale: discuterne non è un reato. La fine della legislatura è il momento corretto e il vincolo è quello del bipolarismo, con alleanze fatte prima del voto ed esiti certi, affinché chi arriva primo abbia i seggi per governare. Le leggi elettorali di Comuni e Regioni sono a tal fine migliori della legge elettorale nazionale. Si verifichi rapidamente un’intesa nella maggioranza, si offra un testo chiaro all’esame del Parlamento e si proceda nel doveroso confronto con l’opposizione. Altrimenti meglio passare oltre. Discutere è legittimo, ma decidere in tempi brevi è doveroso. Il tema è importante, ma non centrale per la pubblica opinione. Ma il vero tema è quello della leadership e del percorso unitario della coalizione. In questi anni ho speso molte energie per l’unità del centrodestra e molte ancora dovremo offrirne. Concetti banali hanno talvolta fatto fatica ad affermarsi, anche a destra. Uniti si gioca una partita con la possibilità di vincerla. Il big bang è la sconfitta matematica oltre che politica. An nell’unità del centrodestra e nella possibile nascita di un soggetto unitario trova la realizzazione del suo progetto. Portare i valori e l’identità della destra all’interno di una proposta di governo; blindare il bipolarismo; evitare restaurazioni neocentriste e rendere irreversibile in Italia la democrazia dell’alternanza tra centrodestra e centrosinistra.
Dobbiamo vivere senza traumi i normali e fisiologici processi di successione delle classi dirigenti e delle leadership. Si veda in Francia il confronto tra Chirac, de Villepin e Sarkozy per la guida dei gaullisti in vista delle elezioni presidenziali. In occasione della manifestazione di Reggio Calabria la sintonia tra An e Forza Italia è stata, non è solo apparsa, piena e convinta. La presenza dei vertici della Lega, la convergenza sulle riforme istituzionali ostentate in una importante città del Sud, hanno offerto l’immagine di un blocco coeso. Autorevoli presenze dell’Udc hanno dimostrato come questa sintonia possa essere ancora più ampia. Ma resta, e non è poco, da chiarire la scelta dei vertici centristi. Hanno il diritto di porre questioni, nessuna esclusa, ma il dovere di non sfasciare il fronte. La rottura va evitata, ma la paralisi e la discussione permanente sono peggiori di qualsiasi altra scelta.
Il dibattito sulle Primarie non va escluso a priori. Proprio il cammino, da accelerare, verso un soggetto unitario, comporta la definizione di regole democratiche nella Casa comune. Abbiamo bisogno di rivitalizzare la partecipazione all’azione del centrodestra e quindi troviamo formule non laceranti per realizzare le Primarie. Ma quel che conta è vedere la vera sintonia di alcune forze politiche che nel passato hanno vissuto anche momenti di incomprensione. La suggestione del sub-governo An-Udc è in archivio. La sintonia con la Lega è possibile. La destra può aspirare alla leadership e tanto più ci sarà armonia tra tutti, tanto più ciò potrà essere possibile. La cronaca a volte ci travolge e spesso demoralizza gli elettori. Ma le ragioni della storia sono quelle che devono prevalere. Nessuno deve essere messo alla porta. Ma nessuno deve vivere come un’esperienza provvisoria la vita di questa coalizione. Può cambiare la formazione per questa o quella partita, ma la squadra deve essere questa e la Casa comune è il traguardo. I tempi del soggetto unitario o di altre leadership non possono essere scanditi con un cronometro. Le vicende in politica maturano nel tempo.

Ci sono alternative a tutto ciò? La Lega realizzerebbe seguendo altre strade i propri obiettivi? La destra potrebbe essere protagonista incisiva in altri contesti? Berlusconi stesso può prescindere da questo tipo di scenario? E i centristi? Credo che nemmeno loro possano immaginare strategie diverse per evitare la marginalità in altri scenari? Ed allora se il quadro appare confuso è proprio il momento di decisioni chiare e coraggiose da offrire alla pubblica opinione. Non è il tempo di esitazioni ma di scelte. Scegliendo, nel passato, abbiamo vinto, scegliendo ci giocheremo e forse vinceremo anche questa difficile partita.
* deputato di Alleanza nazionale

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