L’archivio del Vasari rischia di diventare russo

Centocinquanta milioni di euro. È la cifra sborsata da una holding russa per aggiudicarsi uno dei più importanti archivi storico-artistici del mondo, quello del pittore, architetto e storico Giorgio Vasari, conservato nella casa Vasari ad Arezzo

L’archivio del Vasari rischia di diventare russo

Le carte di Giorgio Vasari, grande storico dell’arte e architetto rinascimentale, potrebbero diventare un po’ meno italiane. Una società russa, infatti, avrebbe comprato per 150 milioni di euro l’archivio dell’autore delle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani. L’archivio, sino a ora conservato nella Casa Vasari di Arezzo era già stato al centro di una lunga controversia tra la sovrintendenza e i proprietari. Il nodo del contendere era un vincolo che impediva alla famiglia Festari, erede del Vasari, di allontanarlo dal palazzo di Arezzo. Vincolo che i proprietari contestavano per alcuni vizi di forma.

Ora il passaggio di proprietà che è stato notificato al Comune di Arezzo dalla soprintendenza archivistica della Toscana complica ulteriormente la vicenda. Al momento gli acquirenti non sono noti - sono ancora in corso le traduzioni degli atti - ma il sindaco aretino Giuseppe Fanfani ha subito chiesto al governo un intervento dello Stato. «Ho ricevuto una lettera - ha detto - della soprintendenza archivistica con la quale mi si informa dell’avvenuta vendita e della possibilità per il Comune di esercitare il diritto di prelazione per 150 milioni di euro. Non è accettabile. Nessun Comune dispone di una cifra simile. Solo il governo può farsene carico». In una nota il Comune di Arezzo, che ha tempo 90 giorni per esercitare il diritto di prelazione, ha anche precisato che «se la vendita verrà confermata, l’amministrazione comunale è intenzionata a chiedere una verifica degli atti alla procura della Repubblica». Quanto al vincolo sulla collocazione delle carte non sembra rassicurare il sindaco: «Il vincolo c’è... Ma è poco credibile che ci sia chi spende 150 milioni di euro per lasciare l’archivio ad Arezzo».

Il ministero per i Beni culturali per altro ha reso noto di essersi già allertato mesi fa. In una nota il ministro ha comunicato che «si tratta di un’operazione che ha evidentemente sollevato numerose perplessità... perché l’archivio Vasari, chiunque ne sia il proprietario, è soggetto ad un vincolo pertinenziale e pertanto non può essere spostato dal luogo in cui attualmente è collocato.

Per questa ragione è già stata informata l’Autorità giudiziaria. Il ministero smorza però i toni allarmistici: «La notifica dell’atto al Comune di Arezzo... non determina nella maniera più assoluta l’esito dell’operazione».

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