L’arte del suicidio

Noi, che non capiamo di politica, ricordavamo che i partiti e le parti sociali si scannassero sulla legge finanziaria prima di presentarla, non dopo. A porte chiuse, non in piazza. Noi, peraltro, non ricordavamo che fossero mai esistite finanziarie in progress, emendamenti che cambiano ogni ora e che a turno sono riusciti a spaventare tutti. Noi, che non capiamo neppure di economia, osserviamo una Finanziaria che ci pare palesemente sovraesposta, come se il Paese fosse allo sfascio: ma secondo noi il Paese non è allo sfascio. Secondo noi è una finanziaria che strizza l'occhio alle agenzie di rating e alle ragionerie del Fondo monetario, ma non è orientata allo sviluppo: non prevede soldi per strutture, grandi cantieri, ammortizzatori sociali e, seriamente, ricerca. Noi, che non capiamo neppure di aritmetica, restiamo convinti che i ceti alti pagheranno in media 1780 euro all'anno in più, cioè niente, mentre il famoso ceto medio, quello che pochi mesi fa la sinistra dipingeva come impoverito, pagherà più di tutti.

Il ceto meno colpito pare quello basso, è vero, ma senza aver calcolato l'aumento del bollo, i 10 euro per ogni ricetta medica, il raddoppio dell'Iva sul riscaldamento eccetera. Noi, che non capiamo niente di politica, vediamo come una Finanziaria politica, fatta per accontentare una base politica, elettorale, secondo i sondaggi sta fruttando alla sinistra un disastro politico.

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