L’aula consiliare «dimentica» Wojtyla «Un rifiuto oltraggioso e inspiegabile»

Una valanga di reazioni indignate nel centrodestra al diniego opposto alla proposta avanzata da De Lillo (Fi)

«Un’occasione mancata, un oltraggioso rifiuto». E comunque stupore e amarezza da parte della Cdl in seguito alla mancata intitolazione dell’aula consiliare della Regione Lazio a Papa Giovanni Paolo II. «L’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale del Lazio - dice, indignato, Antonio Tajani, capogruppo di Fi al Parlamento europeo - ha perso un’occasione per rendere omaggio a un grande protagonista della storia europea e mondiale. Aver rifiutato di effettuare una scelta capace di travalicare divisioni di parte denota scarsa intelligenza politica e scarsa sensibilità nei confronti di Roma, capitale del Cristianesimo». «Senza memoria storica e rispetto della stessa non si può costruire - rincara la dose Raffaele D’Ambrosio, capogruppo di Fi alla Regione - un futuro migliore di tolleranza e di pace come Giovanni Paolo II ci ha sempre indicato superando i confini delle religioni, dei continenti, dei muri, che credevamo ormai abbattuti per sempre, e delle ideologie». Il primo firmatario della proposta Stefano De Lillo, vicecapogruppo di Fi, spiega: «Dopo che tante parole erano state spese per elogiare l’operato di Giovanni Paolo II, avevamo chiesto che il Consiglio regionale facesse un atto concreto. Ma l’Ufficio di Presidenza del Consiglio ha detto no. Intorno a questa proposta, del tutto aperta, credevamo di trovare la più ampia condivisione, perché Giovanni Paolo II, cittadino romano, figura universale, instancabile promotore della pace, che da ogni parte ha ricevuto soprattutto in occasione della sua malattia i più ampi consensi, è stato maestro di virtù sociali e di impegno per la valorizzazione della persona umana: dunque il miglior esempio per chi, come gli eletti che rappresentano in Consiglio regionale la volontà popolare, è impegnato nel difficile campo della politica. Gli fa eco il capogruppo regionale della Lista Storace Fabio Desideri: «Respingendo la richiesta, l’ufficio di presidenza ha dimostrato di non aver perfettamente compreso il senso della proposta di De Lillo ma, soprattutto, di non aver ben chiaro il messaggio lasciato a tutti da Papa Wojtyla».
«Pensavo fosse una questione scontata e che non ci fosse alcun di tipo problema. Sono stupito ed amareggiato», commenta il capogruppo regionale Udc Luciano Ciocchetti. «Non trovo una motivazione valida a tale decisione. Tra l’altro attualmente l’aula del Consiglio non ha nessuna intitolazione». Il coordinatore regionale di Fi Beatrice Lorenzin fa notare che «la caratura di Giovanni Paolo II, la sua forza ecumenica e il suo impegno nel rafforzare i rapporti interreligiosi sono solo alcuni dei titoli che avrebbero giustificato la decisione di dedicargli un luogo istituzionale».


E il consigliere di Fi Antonello Iannarilli conclude: «Con il suo diniego, la regione di Piero Marrazzo alza una cortina di ferro. Nel Lazio il veterocomunismo è riuscito a vincere anche sui valori universali annunciati da Papa Wojtyla in oltre ventisei anni di pontificato».

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