L’educazione sessuale entra anche all’asilo

LondraTutti a scuola di sesso, siamo inglesi. Volendo parafrasare un vecchio detto ormai anacronistico, è questo che in sostanza prevede il nuovo programma istituito dal ministero dell'Educazione britannico che diventerà operativo dal settembre del 2011. Il progetto prevede l'insegnamento obbligatorio dell'educazione sessuale sia nelle scuole primarie che secondarie con sfumature diverse a seconda dell'età degli alunni. Negli asili e alle scuole elementari i bambini apprenderanno le prime nozioni sul corpo umano, le relazioni affettive e gli effetti nocivi delle droghe. Una volta arrivati alla scuola secondaria gli studenti approfondiranno i vari temi legati alla sfera sessuale e affettiva inseriti nel contesto di una società moderna. Ai ragazzi gli insegnanti non parleranno quindi solamente di rapporti con l'altro sesso, ma anche di tutti gli altri aspetti legati alla sfera sessuale: gravidanze indesiderate, contraccezione ed aborto, Aids.
E ancora, verranno affrontati gli aspetti più controversi e delicati come l'omosessualità e le unioni civili tra persone dello stesso sesso. La riforma voluta dal governo britannico sta già sollevando numerose polemiche soprattutto perché le scuole religiose non hanno la possibilità di sottrarsi all'onere dell'obbligatorietà dell'insegnamento sebbene sarà loro consentito di optare per un tipo di lezioni che tengano conto dei principi della loro fede, come ha specificato ieri il ministro all'Istruzione Ed Balls. Questo significa per esempio che nel caso delle scuole cattoliche, l'insegnante dovrà parlare di contraccezione, ma potrà altresì spiegare che la Chiesa disapprova l'uso degli anticoncezionali: «Non potrà però non informare sulla loro esistenza soltanto perché secondo la religione cattolica i ragazzi non dovrebbero avere rapporti sessuali al di fuori del matrimonio» ha sottolineato Balls.
Secondo il regolamento attuale i genitori degli alunni hanno il diritto di non far frequentare ai figli le lezioni di educazione sessuale fino a quando questi non raggiungono l'età di diciannove anni: «Si tratta però di un diritto esercitato da un'esigua minoranza e questo vale anche per le famiglie degli alunni che frequentano le scuole religiose - ha affermato il ministro» e negli ultimi mesi si è molto discusso sul limite d'età che un ragazzo deve avere per poter prendere autonomamente le proprie decisioni in materia. Anche tenendo conto delle ultime interpretazioni giuridiche, il nuovo progetto prevede la possibilità per i genitori di togliere i figli dalle lezioni fino a quando questi avranno compiuto i sedici anni.

Una ricerca commissionata dal governo per conoscere l'opinione delle famiglie su questo argomento ha rivelato un generale consenso sul piano da parte della maggioranza dei genitori interpellati. Quattro genitori su cinque ritengono giusta l'educazione sessuale a scuola: la Gran Bretagna è oggi il Paese europeo con la percentuale più alta di gravidanze indesiderate tra minorenni.

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