L’erba di Milano è sempre più verde

Sul Lombardo Veneto non sventolava ancora il tricolore quando nel 1854 il conte Francesco Pertusati con alcuni amici milanesi fondò la Società Orticola di Lombardia allo scopo di «scambiarsi notizie e cognizioni su fiori, piante e bellezze naturali». Fiumi, pianure, valli alpine, rogge, prati si offrivano a quel tempo intatti e seducenti allo sguardo, mentre sui laghi fiorivano i meravigliosi giardini delle grandi dimore patrizie.
Dopo 164 anni e tanto cemento e villette a schiera e centri commerciali e capannoni industriali, di quelle «bellezze naturali» molto si è perduto ma la gloriosa Società Orticola ha continuato e continua a promuovere l’amore e la conoscenza della «bella d’erbe famiglia», schierando in campo alla sua presidenza i più bei nomi dell’illuminata aristocrazia lombarda: Cicogna, Trotti, Borromeo, Radice Fossati, Venino, Vigoni Medici. Nel 1954, in occasione del centenario della Società, il conte Carlo Gola organizzò una grande mostra di floricoltura e giardinaggio al parco Sempione, la presidenza di Pasino Bagatti Valsecchi vide le mostre alla Villa Reale di Monza e al Castello sforzesco, con Vittorio Santagostino nacque nel 1996 «Orticola», ideata da Francesca Marzotto Caotorta ed Emilio Gola e patrocinata dal Comune di Milano.
«Orticola» rifiorisce puntualmente anche quest’anno ai Giardini Montanelli di via Palestro, dal 9 all’11 maggio. Dodici anni di successi e di ricerca continua ne fanno ben più di una mostra-mercato e di un appuntamento «floreal-mondano». Lo scopo non è soltanto quello di vendere ortensie, rose e clematidi, ma di promuovere una consapevolezza e una responsabilità sempre maggiori nei confronti dell’ambiente, invitando e premiando i vivaisti che producono in quest’ottica. Quest’anno, per esempio, gli oltre 130 espositori schierati di fronte a Palazzo Dugnani dedicano particolare attenzione ai «Giardini senz’acqua» (uno dei temi della mostra) presentando piante che tollerano le carenze idriche e addirittura la siccità delle nostre estati sempre più asciutte: cactus e succulente ma anche le acacie, il ficus carica, il convolvolus cneorum, l’olearia e la yucca.
Ritorna anche un’arte antica che ha costituito la gloria dei giardini storici: l’arte topiaria, ovvero la capacità di creare sculture verdi, che in questi giorni permette di imbattersi tra i viali dei giardini di via Palestro in delfini o motociclette scolpiti nel mirto.
Fra le tante novità - dalle rose storiche più resistenti alle salvie per giardini aridi, da una straordinaria collezione di fior di loto alle piante da brughiera, dai semi di fiori selvatici alle varietà di mirtilli - anche la presenza di un artista: Ugo La Pietra, architetto e designer, che in una serra di vetro accanto alla fontana dei giardini espone venti opere uniche in ceramica («vasi per giardini, giardini per vasi»). Ma il giardino è anche un luogo privilegiato per fare musica: ecco il pianista genovese Marco Rapetti che per tre sere al tramonto e sempre accanto alla fontana suonerà a quattro mani con Alessandro Comellato: Liszt, Musorgskij, Béla Bartók, Debussy, Ciaikovskij, Ravel in una serie di brani dedicati al tema del giardino e del bosco.
Quasi in contemporanea alla mostra-mercato, «Orticola» presenta al Museo di Milano in via Sant’Andrea 8 (fino all’11 maggio) la rassegna fotografica «Sfumature verdi»: fotografi italiani e stranieri espongono in mezzo a composizioni di fiori realizzate con la tecnica giapponese dell’ikebana. Ospite speciale Maurizio Galimberti con la collezione inedita «7 Fiori».


Come da tradizione, «Orticola» continua nell’impegno per il verde cittadino devolvendo i suoi introiti alla ristrutturazione dei Giardini Perego di via dei Giardini, già arricchiti negli anni scorsi di camelie, rododendri e arbusti.

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