Tabacci candidato sindaco a Milano? «Non ho mai avuto problemi a compiere scelte che richiedevano molto coraggio» risponde il diretto interessato, intervistato da Luca Beltrami Gadola per il di lui settimanale su internet ArcipelagoMilano.
Bruno Tabacci, oggi portavoce dellApi, ricorda «il fervore degli anni Settanta» sulla Regione e larea metropolitana milanese, ricostruisce il clima dei quattro amici al bar con Marco Vitale e Piero Bassetti, come lui ex presidente della Regione Lombardia. Strizza locchio a socialisti, eredi spirituali di Spadolini, ex comunisti alla Cervetti e alla Borghini. Una specie di manifesto elettorale. Poi, sarà che la lingua batte dove il dente duole, la conversazione scivola sul Pgt: «Se guardo a questo strumento urbanistico, mi sembra chiuso nella cittadella di Milano, come se si potesse prescindere da una funziona metropolitana».
Tabacci, nato a Quistello, nel Mantovano, è portavoce dellApi di Francesco Rutelli, dove è approdato dopo aver fondato la Rosa Bianca con Savino Pezzotta e aver saltabeccato un paio di volte dentro e fuori lUdc. Non è certo un politico di primo pelo, ma le ultime avventure elettorali milanesi non sono state particolarmente fortunate. Candidato a palazzo Marino nelle liste dellUdc nel 2006, con i suoi 1.235 voti non riuscì a essere eletto in consiglio comunale. Gli è andata meglio al momento della compilazione delle liste per le politiche del 2008: ha ottenuto il posto bloccato numero due, soffiando lelezione in Parlamento allallora coordinatore regionale dellUdc, Luigi Baruffi, risultato il primo dei non eletti.
Noto per lappassionata verve antiberlusconiana che sfoggia di frequente in tv, Tabacci ha anche un profilo marcatamente antilumbard. «Se fossi candidato, sarei lanti Carroccio. Penso di rappresentare unalternativa alla Lega che sta diventando sempre più forte in questi territori» diceva di sé quando il suo nome circolava come possibile sfidante di Roberto Formigoni alle regionali del 2010. Alla fine gli era stato preferito lex leader della Cisl e attuale coordinatore regionale dellUdc, Pezzotta.
La sua figura è legata da sempre al mondo del Credito cooperativo, alla finanza bianca e alle grandi società pubbliche come lEni, di cui è stato membro del cda. Le ultime notizie su di lui lo descrivono affaccendato a fare da levatrice a una nuova Banca di credito cooperativo per lOltrepò mantovano, con lambizione di catturare consensi tra mondo agricolo, artigianato, commercio, piccola industria e professioni. Negli ultimi giorni, è attivissimo nel commentare le vicende politiche internazionali e i contraccolpi locali del caos in Libia.
Tabacci è stato presidente della Regione Lombardia tra il 1987 e il 1989, quando era un quarantenne della sinistra dc vicino allallora potente Ciriaco De Mita. Poi De Mita cadde da presidente del consiglio e Tabacci ne seguì le sorti. Ventanni di vita politica dopo, nel 2007 aveva annunciato il suo ritiro a vita privata. È andata in un altro modo.
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