L’Idv fa i congressi come al condomino

In alcune regioni, come la Lombardia, la litigiosità interna è paragonabile a quella di un condominio. In altre, come la Liguria, ci sono ex inquilini, come l’onorevole Egidio Pedrini, che se la prendono con l’attuale amministratore e con le sue decisioni. A livello europeo, dopo le liste comuni e la rottura con Occhetto, infuria la polemica sulle quote condominiali e le spese che spettano a ciascuno dei due locatari del simbolo, soprattutto dopo che uno degli eletti - Giulietto Chiesa - ha messo in piedi un cantiere. Sia pure il «Cantiere per il bene comune». E, non bastasse, a ogni legislatura c’è qualcuno che se ne va sbattendo rumorosamente la porta: nell’ultima tornata, ad esempio, è toccato al deputato Jean-Léonard Touadi, che ha salutato la compagnia per aderire al Pd.
Insomma, del condominio medio, l’Italia dei Valori ha tutte le caratteristiche. E Di Pietro ha provveduto a codificare la cosa anche sui manifesti di convocazione del congresso provinciale di Genova, segnalando con caratteri adeguati la prima e la seconda convocazione, fra un gabbiano simbolo del partito e la classica icona sorridente del lìder Tonino. Per la precisione, i più mattinieri potranno presentarsi sabato alle 10, mentre per tutti gli altri - nel caso in cui non sia raggiunto il quorum minimo - l’appuntamento è alle 14. Peraltro, sui manifesti non viene specificato il numero di millesimi necessari per partecipare all’assemblea, né si dice se vale la delega e se i box e le cantine danno diritto di voto.
Del resto, Tonino è quello che si dimise mettendo per iscritto la sua rinuncia con due firme, proprio come si fa nei contratti: prima il testo in articoli e poi le clausole di attenzione. «Antonio Di Pietro» dopo il primo lungo testo, e «Antonio Di Pietro» poche righe sotto, giusto a far capire che era proprio lui. Quindi, la doppia convocazione del congresso è quasi l’ovvia conseguenza di allora, un naturale percorso a cavallo fra la politica e il codice civile.
Giovanni Paladini, deputato, poliziotto e neoleader ligure del partito, spiega cortesissimo che è prassi normale in tutti i partiti indicare prima e seconda convocazione. Ma una rapida ricerca fra gli statuti non sembra avvalorare la sua tesi: certo, c’è qualcosa di simile nel regolamento dei giovani azzurri o in quello provvisorio del nuovo Psi di fede neocraxiana. Ma, trattandosi del partito di Tonino, si stenta a credere che questi siano i modelli ispiratori della scelta della doppia convocazione.
Egidio Pedrini - ex deputato dell’Italia dei Valori, uno che i voti li ha sempre avuti per davvero riuscendo addirittura, quando militava nell’Udeur, a far arrivare Mastella al 70 per cento alle primarie dell’Unione a Zeri, il Comune di cui era sindaco - si lancia in una lettura maliziosa: «Forse ci sono stati troppi iscritti e la seconda convocazione serve a spazzare via i quorum».


In molti, comunque, sabato saranno già presenti già alle 10. Pare che Marilyn Fusco, la più bella consigliera comunale di Genova e forse d’Italia, fresca dipietrista, abbia assicurato che lei sarà lì fin dalla prima convocazione.

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