A salvarla, è stato il suo sangue freddo. E un sms. Un messaggio mandato col telefono cellulare a un amico, mentre luomo che era in auto con lei stava iniziando a molestarla. Quelluomo è un vigile urbano di Bresso, comune dellhinterland milanese. «Aiuto», scrive. «Aiuto», prima di essere portata nellufficio in cui sarà aggredita. Salvata dallintervento dellamico, sottratta allultimo al suo stupratore. Che viene denunciato. Il suo nome finisce nel registro degli indagati della Procura, laccusa è di violenza sessuale aggravata. Perché la vittima è minorenne.
Il fascicolo è sul tavolo del sostituto procuratore Marco Ghezzi, a capo del pool di magistrati che si occupano di reati contro i «soggetti deboli». Uniscrizione recente, dopo la segnalazione fatta dai genitori della ragazza, e la relazione dei carabinieri di Bresso. I primi a essere intervenuti la notte in cui lagente di polizia locale avrebbe abusato della ragazza. E tutto accade poco più di due settimane fa.
È la notte tra il 17 e il 18 maggio. La giovane si trova coinvolta in un incidente stradale. Vengono chiamati i vigili, e sul posto arriva una pattuglia composta da quattro agenti. Tra loro cè anche il presunto aggressore. Gli agenti completano gli accertamenti, e le persone implicate nello scontro sono invitate a tornare a casa. Così accade, ma lincubo è solo allinizio.
Il ghisa, infatti, prende il numero di telefono della ragazza. E la chiama immediatamente. Le dice che ha bisogno dei suoi documenti, subito. Lei è ancora in strada, e accetta di farsi raggiungere. Lagente arriva in auto. La fa salire per portarla al comando. Ma già in macchina iniziano le molestie. Prima a parole, poi inizia a toccarle le gambe e il seno. È in questo momento che la giovane lancia il suo «sos» via cellulare. A riceverlo, un amico di Milano, che sale sulla moto lanciandosi verso Bresso.
Laggressione continua negli uffici della polizia locale. A quellora - è notte - sono deserti. La ragazza è sola col suo aguzzino. Che tenta di spogliarla, la strattona, cerca di violentarla. Lei resiste, il tempo necessario perché lamico arrivi. E quando è sotto il comando, inizia a gridare. A sentirlo per primo è il personale della croce rossa, i cui uffici sono accanto a quelli dei vigili. Minuti di caos. La ragazza, alla fine, è libera.
Vengono allertati i carabinieri di Bresso, che contattano la famiglia e iniziano le indagini. La loro relazione - con la denuncia della vittima - finisce in Procura. LAmministrazione, invece, sospende immediatamente il vigile, aprendo a suo carico un procedimento disciplinare. Ma, scavando nel passato delluomo, emerge che già nel 2005 si sarebbe reso responsabile di due episodi di violenza. Uno, contro una donna delle pulizie.
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