Signore e signori ecco a voi «mister 54». Possiamo scherzare così presentando uno dei consiglieri comunali di minoranza che a Genova dà filo da torcere alla giunta di Marta Vincenzi. Intanto perché mister 54? Perché è larticolo del regolamento del consiglio comunale che permette ai consiglieri di chiedere chiarimenti urgenti al sindaco e agli assessori ed è lo strumento al quale il nostro mister 54 fa più spesso riferimento. Ma con le interrogazioni urgenti, fioccano anche mozioni e interpellanze, per non lasciare mai il consiglio comunale senza fare nulla e i colleghi consiglieri ad annoiarsi.
Ma siccome «mister 54» non è «mister X», diamogli unidentità. Quella di Franco De Benedictis, di professione funzionario universitario, per passione allenatore di calcio. Tra la professione e la passione, limpegno politico nella lista Biasotti. Da quasi un anno rappresenta gli arancioni in sala rossa, terribile accostamento cromatico ma efficace spina nel fianco della politica cittadina. In questi primi 10 mesi di lavoro ha sfornato già un centinaio tra interrogazioni interpellanze e mozioni, «perché il mio obiettivo è trasformare il mugugno da bar in problema dellamministrazione» ricorda De Benedictis. Perché lui il consigliere comunale lo fa così. Non gli interessano solo i grandi temi, i progetti faraonici o i bilanci amministrativi. A questo filibustiere del consiglio comunale piace di più «rompere» sulle piccole cose e la fila è lunga. Tra le sue carte si vedono documenti su verde pubblico, parchi di Nervi, pulizia dei rivi per poi passare al problema dei depuratori, ai graffiti «no global» che paciugano i muri del centro genovese. Lultima infornata appena ieri: alberi tagliati, visita del Papa, banchine della Marina non utilizzate cibi avariati nelle mense, polizia stradale, degrado ai cimiteri. Cè un po di tutto, segno dellimpegno del politico alle prime armi: «Sì perché la politica la conosco da poco. Mi sono candidato lo scorso anno raccogliendo circa 700 preferenze e ora cerco di svolgere il mio ruolo pensando a chi ha voluto darmi fiducia. Credo di avere una gran fortuna dal mio banco di Tursi. Mentre tanta gente vorrebbe fare ma non può, vorrebbe lamentarsi ma non ha i mezzi, io posso farlo e devo utilizzare il microfono della sala rossa anche per loro».
Così i mugugni da bar si trasformano in interpellanze, così gli assessori devono attivare gli uffici per dare delle risposte e soprattutto tanti problemi possono andare a posto, «e io non cerco la visibilità sulla stampa - commenta De Benedictis -, ne è testimone il fatto che ho portato a conoscenza dellamministrazione tanti problemi che sono poi stati risolti e magari, al momento della risoluzione, cera lassessore di turno che convocava una conferenza stampa per far vedere quanto era stato bravo. Ma se no ci fossi stato io, magari neanche se ne sarebbe accorto».
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