L’INFANZIA VIOLATA

CataniaBambini piccoli di 4 o 5 anni tirati per i capelli, presi a ceffoni, strattonati per le braccia senza alcun motivo. E poi urla di ogni tipo per impartire lezioni di rigore. Eccole le scene di ordinaria violenza tra i banchi dell'asilo comunale «Pietro Carrera» di Militello in Val di Catania, messe in atto da un'insegnante definita «al di sopra di ogni sospetto» di 38 anni, sposata e mamma di un bimbo piccolo. Flash che rievocano le violenze choc all'asilo Cip e Ciop di Pistoia.
I maltrattamenti all'asilo di Militello sono finiti nelle immagini girate da telecamere nascoste che i carabinieri hanno piazzato nell'aula all’insaputa del preside e dei professori. Le clip con le violenze gratuite nei confronti dei bambini indifesi hanno dato un'accelerazione all'inchiesta tanto che il procuratore di Caltagirone, Francesco Paolo Giordano, dopo averle viste, ha deciso di intervenire in flagranza e ha fatto arrestare la maestra concedendole i «domiciliari». Il procuratore poi ha chiesto ai giornalisti massima cautela e rispetto della privacy soprattutto per i minorenni coinvolti. «Questa vicenda è molto delicata - ha spiegato - e va trattata con la massima attenzione. Sull’inchiesta per quanto ci riguarda parleranno gli atti con gli interrogatori e la decisione del gip e null'altro». Oggi gli atti saranno trasmessi all'ufficio del Gip che avrà tempo sino a domenica per convalidare l'arresto ed eventualmente emettere ordinanza di custodia cautelare. Al momento il reato ipotizzato è quello di maltrattamenti.
Venti giorni di videoriprese nascoste e l'insegnante è finita agli arresti in casa. Ma la storia degli inspiegabili atteggiamenti aggressivi della maestra nasce a marzo quando alcuni dei piccoli alunni dell’asilo si rifiutano di andare a scuola. Qualcuno implora la propria mamma e dice: «Ti prego non mi mandare a scuola». Richieste troppo insistenti per bambini di pochi anni. I genitori parlano tra loro e intuiscono che qualcosa non va per il verso gusto. «Non avevamo alcun sospetto - spiegano i genitori ancora increduli - e all'inizio credevamo fosse un'esagerazione dei bambini, ma davanti a tanta insistenza...». Poi uno a uno i ragazzini hanno iniziato a raccontare degli spintoni della maestra, delle ripetute tirate di capelli. «Ho paura di essere picchiato dalla mia insegnante»: ha detto il più vispo di tutti. E così sono stati i suoi genitori a rivelare ai carabinieri le paure nascoste del figlio raccontate tra le lacrime e i singhiozzi. Passano pochi giorni e le denunce si moltiplicano, sei, poi sette, otto. In pochi giorni la metà della classe punta l'indice contro la prof.
Passano solo tre settimane e gli spintoni così come gli schiaffi senza motivo vengono ripresi dalle telecamere nascoste. Ieri l'irruzione in classe con l'insegnante portata via dai carabinieri tra lo sgomento delle colleghe della maestra in ruolo da due anni. A scuola nessuno ha voluto commentare la notizia battuta dalle agenzie. Non c’è la direttrice assente per malattia. L'unico a parlare è un «collega» che parla di una «incredibile sorpresa». A manifestare tutta la sua meraviglia è il sindaco del paese Antonio Lo Presti che ha annunciato: «Il Comune sarà vicino alla scuola e alle famiglie».
Sulla vicenda è intervenuto il Codacons, pronto ad agire legalmente contro la maestra. Il presidente dell'Osservatorio sui diritti dei minori, Antonio Marziale, chiede che «gli insegnanti vengano sottoposti a verifiche periodiche di tenuta psicologica per estirpare eventuali cancrene».

Anche il Movimento italiano genitori ha sottolineato la necessità di mettere in atto più controlli, soprattutto per ciò che concerne la formazione e la selezione del personale docente, che a causa di «episodi simili - dice Elisabetta Scala, responsabile del Moige - sta perdendo sempre più la fiducia delle famiglie».

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