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L’infermiera è malata di Tbc Contagiata bimba di 5 mesi

RomaUn’infermiera ammalata di tubercolosi nel nido del Policlinico Gemelli di Roma e un caso di contagio sospetto in una bambina di appena venti settimane affetta da tbc e ricoverata da più di un mese al Bambin Gesù. Praticamente la concretizzazione dell’incubo di qualsiasi mamma: un persona con una malattia contagiosa a stretto contatto con i piccoli appena nati.
Sono circa 1.300 i bambini che devono essere sottoposti al test per escludere un eventuale contagio e ai quali saranno comunque somministrare le terapie preventive. Si tratta dei piccoli nati fra il 1 marzo e l’ultimo giorno di lavoro della donna. Dal 25 luglio scorso l’infermiera, impiegata nel reparto di neonatologia dell’ospedale Gemelli, è a casa in malattia. Il risultato delle analisi ha confermato che ha contratto la tubercolosi e a questo punto è stata sospesa dal servizio.
Il rischio contagio è bassissimo, assicurano dal Gemelli, ma intanto è scattato l’allarme per tutte le famiglie coinvolte. Il governatore del Lazio, Renata Polverini, commissario alla Sanità, ha costituito un’Unità di coordinamento ad hoc per seguire il caso che vede la collaborazione oltre che del Policlinico Gemelli anche degli ospedali Bambin Gesù e dello Spallanzani. Da martedì scorso l’Unità ha cominciato a prendere contatto con le famiglie coinvolte, che sono più di mille. I piccoli dunque saranno sottoposti al test e comunque ad una profilassi a scopo cautelativo. I test saranno eseguiti sia dal Gemelli sia dal Bambin Gesù, in modo da accellerare i tempi. Già ieri sono stati visitati i primi 25 bimbi sui quali non sono stati riscontrati i sintomi clinici della tubercolosi ma risultati definitivi arriveranno domani. Ci vorranno alcune settimane per contattare e sottoporre tutti ai controlli e alla prevenzione.
La piccola ricoverata al Bambin Gesù è in discrete condizioni e in via di miglioramento. È nata al Gemelli il 31 marzo scorso ed è per questo che è scattato il collegamento con il caso dell’infermiera. Collegamento che però non può essere dato per scontato secondo la Polverini. «Non è accertato che il caso del Bambin Gesù sia riconducibile a quello dell’infermiera», sostiene il governatore. È ovvio che si teme che si scateni il panico in tutte le famiglie e dunque la Polverini chiede di non «creare allarmismi» anche in considerazione del fatto che oggi la Tbc non fa più paura come in passato ed è una malattia curabile. Anche il responsabile del reparto di neonatologia del Gemelli, Costantino Romagnoli, rassicura i genitori ma ammette che la piccola ricoverata da un mese può aver contratto la malattia per il contatto con l’infermiera. «La possibilità che la piccola nata da noi il 31 marzo sia stata contagiata al nido esiste e non si può negare - dice il professor Romagnoli -. Ma non si può avere certezza del nesso al momento, perché serviranno test ad hoc per individuare il Dna e il genoma dei bacilli, ci vorrà tempo».
Romagnoli soprattutto vuole rassicurare i genitori sul fatto che il rischio contagio è bassissimo. Non solo. Con la terapia preventiva, assicura, «si mettono i bambini al riparto da qualsiasi problema e si tutelano gli altri».
Il rischio di contagio in realtà, dicono dal Gemelli, è molto più alto per i colleghi dell’infermiera che sono stati esposti più a lungo rispetto ai piccoli. La permanenza dei neonati presso il reparto è di media al massimo di 72 ore.

I test eseguiti sul personale al momento sono risultati tutti negativi.

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