Intellettuali, uomini di spettacolo, giornalisti e personalità varie hanno firmato un appello per «limmediata liberazione» di Rahmtaullah Hanefi, luomo di Emergency, in carcere a Kabul, che ha fatto da mediatore con i talebani per il rilascio dellinviato di Repubblica Daniele Mastrogiacomo. Dallex magistrato di Mani pulite, Gherardo Colombo, al premio Nobel Dario Fo, fino allicona vivente del giornalismo Enzo Biagi e allintellettuale Claudio Magris la lista doro dei firmatari sembra non finire mai.
Lintellighentia si mobilita, nonostante le pesanti accuse che la prossima settimana dovrebbero essere rese pubbliche dalle autorità afghane. Secondo indiscrezioni raccolte a Kabul da il Giornale, le accuse non riguardano solo i sospetti di collusione con i talebani nel sequestro Mastrogiacomo e anche in quello di Gabriele Torsello, il free lance italiano rapito nella provincia di Helmand lo scorso anno. Il principale capo di imputazione contempla le responsabilità di Hanefi nella barbara uccisione di Adjmal Naqshbandi, linterprete di Mastrogiacomo.
Esistono altre pesanti accuse che riguardano il terrorismo e il mercato delloppio, che se provate metterebbero Hanefi su un piano completamente diverso rispetto al ruolo di mediatore equidistante.
Proprio in questottica è stato firmato lappello al governo del presidente Ahmid Karzai per luomo di Emergency: «La Costituzione afghana stabilisce che larrestato ha diritto a un difensore, a essere informato dellaccusa mossagli e a essere portato davanti al giudice nei limiti stabiliti dalla legge». In realtà in Afghanistan esistono leggi speciali contro il terrorismo, le quali permettono ai servizi segreti di trattenere un sospetto per lunghi periodi. Alla fine di questa fase il caso deve passare alla magistratura, che vaglierà le prove e aprirà il processo.
Lavvocato difensore viene garantito durante il processo, ma il senso della petizione è che non si deve arrivare allaula di tribunale. «Chiediamo con forza limmediata liberazione di Rahmatullah Hanefi, affermiamo che in queste condizioni lidea stessa dellistruzione di un processo sarebbe una tragica truffa», si legge nel testo che ha raccolto firme illustri, anche se un po troppo spostate a sinistra. Fra queste lastrofisica Margherita Hack, lex direttore dellUnità Furio Colombo, la staffetta partigiana e a suo tempo ministro, Tina Anselmi.
Fra i primi firmatari spicca lex magistrato Gherardo Colombo e sono molti i giornalisti: Enzo Biagi, Enrico Deaglio, Gad Lerner, Gianni Minà e Michele Serra.
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