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L’Inter vuol cedere Toldo, ma costa troppo

Riccardo Signori

Sembra tornata l’Inter vecchio stile, storie di nemmeno un anno fa: un risultato che deprime, Moratti che s’arrabbia, Mancini che mette in riga, Adriano che fa disperare, giocatori che mugugnano. Oltre ai conti di bilancio che non tornano mai. Ma non solo per l’Inter. Stavolta, oltre alla Juve, ci si è messo anche Toldo: lingua lunga e nessuna delicatezza. Il portiere ha portato il suo attacco a mente fredda, nel momento di difficoltà per squadra e società, lucido nell’accusa all’allenatore e perfido nel puntare il dito contro Julio Cesar, la cui unica colpa è stata quella di dimostrarsi più bravo di lui, fino ad ora.
Società e tecnico non hanno gradito. Toldo ha detto che nessuno gli ha spiegato perché è rimasto fuori ed, invece, la cronaca dice che, poco più di una decina di giorni fa, Mancini lo ha informato dei suoi punti di vista. Domani, alla ripresa degli allenamenti, Facchetti rispiegherà al portiere i canoni di comportamento. Julio Cesar avrà da dir la sua, quando tornerà dagli impegni con la nazionale. Proprio lui che, in tutte le recenti interviste, aveva avuto delicatezza e parole di conforto per il compagno. Di certo Toldo non finirà come Fontana, messo alla porta da Mancini. Stavolta l’ex numero uno pagherà una pesante multa e, probabilmente, sarà messo fuori squadra (anzi fuori panchina) per una partita.
La soluzione migliore per tutti sarebbe una separazione consensuale a gennaio. Forse mirava anche a questo l’uscita (proprio a vuoto?) del portiere. L’Inter ci ha pensato, ma il mercato non offre buone alternative e, soprattutto, non c’è società disposta a pagare uno stipendio pesante come quello del portiere. Toldo riceve 3 milioni e mezzo di euro a stagione, uno degli ingaggi più alti pagati dall’Inter. E quando Moratti parla di sforzi finanziari, sottintende quelli cui sarà costretto fra qualche tempo.
La settimana scorsa il consiglio d’amministrazione ha preso atto dell’ennesimo rosso di bilancio. Si parla di ripianare cifre intorno ai 100-120 milioni di euro (per il vero l’Inter aveva già provveduto, ad aprile, ad un forte ripiano che comprendeva una cifra destinata ad attenuare quest’altro esborso), dovute agli oneri di una campagna estiva in cui sono stati ceduti molti giocatori, ma a prezzo di buonuscite (vedi il caso Vieri) che oggi pesano. I veri benefici saranno goduti fra un paio d’anni. Fra l’altro, le grandi società devono far fronte alla legge spalmadebiti: prima erano concessi 10 anni per mettere a punto i conti, ora gli anni sono ridotti a cinque.
Per il momento Moratti ha incassato solo il tapiro di Striscia. Dopo la sua arrabbiatura con la squadra («Era giusta e normale. Da tifoso ed anche da responsabile») e per merito di Materazzi. «Però anche Ibrahimovic ha capito e Marco non fa mai male a nessuno. Dunque, lasciatemelo difendere». Del resto Moratti lo disse già una volta: Materazzi è il suo ideale uomo derby.

Cattivo, basta che non faccia male.

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