L’INTERVISTA 4 FAUSTO ORIGLIO

Domani i 68 grandi elettori della Lombardia sceglieranno il presidente del Coni regionale che dovrà sostituire il dimissionario, dopo 5 mandati, Pino Zoppini. Un candidato è Pierluigi Marzorati, bandiera del basket italiano, l’altro il commercialista di Busto Arsizio Fausto Origlio che di sé dice: «Dal 2001 presidente del Comitato provinciale di Varese e in Giunta Coni, come vicepresidente vicario, dopo le dimissioni di Zoppini, ho capito che era l’ora di scendere in campo per risollevare la Lombardia. Lo sport lombardo è retrocesso e in termini valutativi siamo uguali a Molise e Basilicata. Anche se abbiamo 12 Comitati provinciali, forniamo oltre il 25 per cento di atleti e tecnici nazionali e ci fregiamo del 30 per cento di titoli olimpici e mondiali. Insomma, siamo ai margini del salotto buono».
Ci spiega il giallo delle dimissioni di Zoppini?
«Nessun giallo. I 17 componenti della Giunta lombarda hanno firmato un documento, una presa di coscienza sui cambiamenti da fare. Eravamo tutti scontenti di come stavano andando le cose con Zoppini che, vista la Giunta così unita, ha dato le dimissioni, forse per spaventarci. Pensava forse che gliele avremmo respinte e invece le abiamo accettate. E la Giunta ha indicato nel sottoscritto il candidato ideale per porre le basi della ricostruzione».
E ora si trova contro un totem come Marzorati appoggiato dalla coppia Zoppini-Grassia.
«Davvero una strana coppia quella. Un anno fa se ne sono dette di tutti i colori, ha stravinto Zoppini e ora cercano voti per Marzorati. Grande personaggio che ammiro, rispetto e che non ritengo un nemico, ma io mi sbatto sul territorio da vent’anni e ho una profonda conoscenza delle problematiche e delle dinamiche dello sport lombardo. Marzorati invece non l’ho mai visto in giro impegnato nella militanza di base e lo ritengo impreparato a gestire il Comitato lombardo, salvo si faccia imboccare da Zoppini e Grassia».
Scusi Origlio, ma lei è considerato uno sfascista e un talebano al punto che il Coni manderà da Roma 4 dirigenti proprio per controllare la regolarità dell’assemblea e, perché no, farla andare in un certo modo.
«Sono solo cattiverie.

Ho le mie idee, ma sono corretto e trasparente, la parte sana dello sport lombardo proprio perché uomo delle istituzioni. Prediligo il merito, voglio aiutare chi ha bisogno e chi crede nei settori giovanili. E per me non esistono sport minori, ma solo lo sport con la esse maiuscola».

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