L’INTERVISTA 4 MARIO AZZONI

Nuovo presidente di Casa Letizia. Si dice il consigliere più ascoltato dal sindaco. Pronto ad accompagnarla in campagna elettorale. Ma anche della sua professione di pranoterapeuta o bioterapeuta, come preferisce lui. Signor, perché non vuol essere chiamato dottore.
Mario Azzoni, cos’è tutto questo successo?
«Conosco da anni Letizia Moratti. E da più di venti Gianmarco e la sua famiglia. Posso dire che siamo amici».
E la politica cosa c’entra?
«Una passione. Ero appena arrivato a Milano, 25 anni fa, e mi candidai. Per gioco. Nel Psdi».
Risultato?
«Senza campagna elettorale, 900 voti a Milano e mille a Como. Non ci fu il quorum, peccato».
Trombato. E adesso ci riprova?
«Assolutamente no. Non voglio poltrone, né cadreghini. Faccio tutto gratis. E questo spiazza».
E cosa fa gratis?
«Il presidente di Casa Letizia. Un’associazione culturale che si occupa dei bisogni della gente».
Più in concreto?
«Apriamo uno sportello legale per dare gratis consulenze su problemi legati al lavoro, alla casa. Assistiamo già un centinaio di famiglie in difficoltà, arriverà tata Lucia per aiutare mamme e bimbi, doneremo un’ambulanza».
Lei è il consigliere politico del sindaco?
«Faccio parte di un gruppo che la assisterà».
Perché lo fa?
«Mi appassiona. Non sono né di destra, né di sinistra. Come dice Letizia, bisogna pensare al bene della città».
Diventa direttore editoriale di Milano 2015 la tivù che segue Milano e il sindaco?
«Darò il mio contributo».
La Moratti ha avuto paura della candidatura di Gabriele Albertini?
«Era serena. Non teme gli avversari, dice che noi dobbiamo fare il nostro dovere e non guardare mai gli altri».
Cambierà la comunicazione del sindaco?
«È già cambiata. Prima non voleva mai giornalisti e tivù. Le abbiamo spiegato che la gente vuole sempre sapere dove va e cosa fa il sindaco. Non è stato facile, è una donna molto riservata».
Magari un po’ lontana dalla città.
«Macché, lei è molto diversa da così. È donna, mamma, nonna. Dolcissima. E la gente quando lo capisce subito».
Ha pronto un decalogo?
«Lo decideremo tutti insieme: il tavolo politico, quello della comunicazione e tutto il gruppo di lavoro».
E lei li comanda tutti.
«Io sono solo una persona molto vicina al sindaco».
Le dia un consiglio.
«La politica è mediazione. Ma lei in questo è brava».
Dica la verità, perché lo fa?
«Solo per il rapporto di amicizia che mi lega a Letizia».
Continuerà a fare lo psicoterapeuta?
«È quello che mi consente di avere un rapporto con il sociale, con il quotidiano, con il cittadino. È importante».
Non le bastava?
«Lavoro da trent’anni, sentivo il bisogno di impegnarmi in quest’altra sfida. Voglio distrarre la mia mente che è ormai sommersa».
Sommersa da cosa?
«C’è di tutto: esigenze, bisogni, piaceri. È la gente».
Se le danno del santone le dà fastidio?
«Non sono un santone, né un mago. Non faccio magie».
Un guaritore?
«I mali incurabili non si curano. Per quello ci sono i medici. Chi guarisce dal tumore venendo da me, è perché così doveva andare».
In internet naviga ancora una brutta vicenda.
«Quella del Telefono antiplagio. Se ne sono occupate due procure e hanno archiviato tutto».
Quindi lei cos’è?
«Una persona normale che lavora con l’energia».
Della Moratti cosa ha avvertito?
«La sua grande onestà».


E del suo avversario Giuliano Pisapia?
«Milano non è pronta a un sindaco di estrema sinistra».
Non serviva un pranoterapeuta. Farà la giunta col pendolino?
«Stiamo scherzando? E poi io non uso il pendolino».

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