L’INTERVISTA LA PSICHIATRA

«Il cambio di stagione è un momento critico per chi già soffre di depressione. Le sollecitazioni di questo periodo fanno crollare le persone che durante l’anno riescono a tenere sotto controllo il disagio psichico». Per Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista, non è un caso che nelle ultime settimane gli episodi di madri che uccidono i propri bambini abbiano avuto un picco.
Perché la primavera scatena in alcuni istinti omicidi?
«Il periodo influisce sul tono dell’umore, causando scompenso in senso depressivo. Succede nelle persone che già soffrono di depressione. Le sollecitazioni del cambio di stagione, in particolare la luminosità, acutizzano disturbi preesistenti. Nelle persone predisposte la maggiore intensità dei raggi solari incide a livello cerebrale».
Il crollo psicologico è improvviso?
«Nelle depresse di solito no. Il cambiamento che precede il peggio dura alcune settimane».
Ci sono segnali?
«Certamente e purtroppo i familiari tendono a sottovalutarli. Sono segni di cedimento psicologico, insonnia. Queste donne cambiano umore, si isolano, parlano meno del proprio dolore e piangono meno. Spesso diventano iperprotettive verso i figli senza motivo, fanno discorsi strani e sono ossessionate da un’idea di rovina imminente. Il dramma è spesso preceduto da un periodo di “normalità”: è come se la madre facesse del proprio meglio per risolvere i problemi che la fanno stare male, l’insuccesso di questo tentativo estremo la fa cedere».
C’è una causa scatenante?
«Spesso esiste. Può essere una perdita, l’abbandono da parte del marito, il senso di colpa per un figlio disabile.

Dolori considerati insostenibili che fanno esplodere la disperazione».
Che cosa scatta nella mente delle madri assassine?
«Immaginano per sé e i propri bambini pericoli talmente gravi che l’unico modo per “salvarli” è ucciderli».

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