L’ippica francese fa la rivoluzione E l’Italia sta a guardare

Le truppe scelte dell’ippica francese capitanate da Jacques Charter, direttore tecnico dell'Unire francese, sono pronte per la grande offensiva di primavera e per l’ippica di casa nostra, penosamente incartata su se stessa, non è difficile pronosticare nuovi guai. I cugini transalpini hanno capito di aver raggiunto l'apice di un grande e meritato benessere, generato da scelte ottimali concepite da splendidi competenti - loro sì che li hanno - e non esitano a mettere da parte la propria grandeur pur di non retrocedere di un centimetro. E allora eccoli sfornare una sorta di piccola rivoluzione copernicana. Per la prima volta i francesi prevedono una sistematica apertura ad ippodromi stranieri. E poi il ricorso alle da noi famigerate matinée con inizio delle corse alle 11.30 in ippodromi di provincia. Da noi le corse di mattina sono state demonizzate dai soliti soloni perché ritenuti immorali. Invece servono a far quadrare i conti della serva con un rapporto spesa-guadagno altamente concorrenziale. Adesso che anche i cugini francesi le adottano come la mettiamo? Novità importanti, condite dalla ormai imminente approvazione della legge francese sulla liberazione delle scommesse via Internet.
Ma dall'altra parte delle Alpi, sponda nostrana, tutto tace e ci prepariamo a contrastare questa offensiva con le solite scarpe di cartone. In un immobilismo da paura, con un elefantiaco piano industriale che non decolla neanche sotto tortura, stiamo ancora a discutere sull’opportunità di chiedere al governo una sorta di minimo garantito stile Coni per affrontare la crisi. In settimana Fabio Carnevali, presidente di Assogaloppo, ha inviato una lettera ai membri del Comitato di Crisi dell’ippica rassegnando le proprie dimissioni motivate - si legge nel comunicato - «dalla mancata immediata opposizione del Comitato stesso al progetto che mira al cosiddetto “fisso”, che tutti ci auguriamo essere la “panacea” per l’ippica, ma che molto più realisticamente prevediamo quale completamento di un disegno affossatore dell’ippica italiana, o, nella migliore delle ipotesi, come un intervento improprio e pericoloso che ci condannerebbe ad improbabile, perpetuo assistenzialismo». Belle parole che ricordano tanto il nobile decaduto con le pezze al sedere che abita in un castello ma non si sogna lontanamente di affittare il salone delle feste per sopravvivere decorosamente. Per carità ogni opinione è rispettabile, ma in questo caso ci sentiamo di dissentire. E non lo facciamo da oggi: in tempi non sospetti, una decina di anni fa, sostenemmo su queste colonne con forza la tesi della necessità di ricorrere ad un minimo garantito da parte del governo, seguendo le orme del Coni.


Ci piace terminare con una notizia finalmente positiva: sabato a Siracusa, all’ippodromo del Mediterraneo, è stato inaugurato l'Eureka Palace, un grand hotel a cinque stelle su quattro piani, dotato di un centro benessere e una piscina coperta. Si tratta del primo hotel, in tutta Europa, situato in un ippodromo, all'interno di un'area di oltre 55 ettari. Chi ancora investe nell’ippica di casa nostra merita un applauso.

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