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L’ippica va in malora con la benedizione di Striscia e dei decreti

Che nel Belpaese l’ombra del complotto sia convinzione abusata nell’immaginario collettivo è risaputo (chiedere a Mourinho informazioni al riguardo). Ma che nel declino dell’ippica di casa nostra ci fosse lo zampino di una congiura proprio ci rifiutavamo di pensarlo. Un paio di avvenimenti di stretta attualità ci stanno facendo ricredere.
Il servizio televisivo di domenica sera su Striscia e il decreto antiriciclaggio entrato in vigore ieri, infatti, sono due autentiche coltellate nella schiena di un settore già agonizzante. Domenica sera è stato tirato fuori dal cassetto delle nefandezze tutto il repertorio senza nessuna pietà: dal doping indiscriminato nei confronti dei poveri cavalli con tanto di addetto ai lavori che descriveva endovene a base di vodka e di amuchina oppure sonde perfora polmoni, per proseguire con immagini raccapriccianti di cavalli snodellati o agonizzanti per terra dopo corse clandestine e improbabili palii di paese. Sia chiaro: non siamo qui a sostenere che nell’ippica doping e corse clandestine non esistono. Esistono eccome, ma sono un fenomeno circoscritto e non certo generalizzato. Tonnellate di fango in faccia ad un settore composto essenzialmente da gente perbene che si alza alla mattina alle cinque e lavora duramente accanto all’amico cavallo che viene trattato come e meglio di uno di famiglia e non certo come un oggetto usa e getta. È stato come sparare sulla Croce Rossa: il settore è alla prese con la più grossa crisi della propria storia e un anti-spot come quello di Striscia (notoriamente una delle trasmissioni più seguite e, in genere, più intelligenti del palinsesto televisivo) proprio non ci voleva. Siamo curiosi di vedere quali saranno le reazioni del palazzo.
Ma non c’è limite al peggio: da ieri, infatti, in tutte le agenzie di scommesse (quindi anche quelle ippiche) nelle quali viene esercitata l'attività in sede fissa e anche telematica, per tutte le operazioni nell'accettazione delle giocate e nel pagamento delle vincite di somme di importo superiore a mille euro, sarà indispensabile esibire carta d'identità e codice fiscale. Tutto ciò in virtù del decreto 231/2007 inserito nelle legge antiriciclaggio che comporta l'obbligo per l'agenzia di scommesse di registrare tutte le operazioni che superano il tetto dei mille euro. E non si tratta soltanto di esibire carta d’identità e codice fiscale, ma anche di compilare obbligatoriamente un apposito modulo di identificazione del cliente. Una sorta di schedatura in piena regola. Sia chiaro, non vogliamo contestare lo spirito virtuoso del decreto che nella mente del legislatore vuole rendere più difficile il riciclaggio di denaro sporco, ma verosimilmente il provvedimento infliggerà un colpo durissimo all'ippica i cui scommettitori non di rado - inutile nascondersi dietro un dito - non sono esattamente studenti di Oxford e vedono la schedatura come una jattura da evitare a tutti i costi.

Per non parlare dei grossi scommettitori, ancora più invogliati a rivolgersi ai clandestini che in questo momento si stanno fregando le mani.

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