da Milano
Colpo di scena sulla strada della quotazione in Borsa del Sole 24 Ore. Il direttivo di Confindustria ha bocciato il «duale»: la società editrice andrà in Borsa con il tradizionale cda. La decisione è stata votata a maggioranza sulla scorta di un parere chiesto dal presidente del Sole, Giancarlo Cerutti, a un pool di giuristi guidati da Trimarchi, secondo i quali la governance dal doppio consiglio «impedirebbe leleggibilità nei consigli dei membri dei comitati di presidenza, del direttivo» e pure della giunta di Confindustria, per conflitti dinteresse.
Ma nel direttivo di mercoledì ci sono stati fuoco e fiamme. Il parere è stato contestato dal gruppo dei milanesi, guidato dal presidente di Assolombarda Diana Bracco, e da Giorgio Squinzi, leader di Federchimica. Si tratta del partito più contrario alla quotazione, che Cerutti aveva convinto proprio accettando due forti condizioni: quella di unadvisor indipendente (individuato in Morgan Stanley) e la governance duale, che permetteva una rappresentanza adeguata di tutte le componenti nel consiglio di sorveglianza. Ma questa, ora, è caduta. Per questo Bracco ha votato contro, lamentando la debolezza della tematica sul conflitto dinteresse, specialmente alla luce degli esempi di duale italiano. Mentre Squinzi e pure Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, si sono astenuti.
La bocciatura potrebbe aprire nuovi strappi.
Lira di Assolombarda sul «Sole» in Borsa
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